Domenica tornano in azione le doppiette in tutta Italia, con la stagione venatoria che riapre – preaperture a parte – tra l’indignazione e le proteste delle associazioni ambientaliste. C’è chi propone di abolirla ma anche chi propone di fermarla, come Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, almeno per San Francesco quando sarà festa nazionale. Il tutto mentre si discute in Senato il Ddl inviso agli ambientalisti che tra le diverse norme individua come presidi naturalistici gli stessi cacciatori. Ma il Wwf annuncia: abbiamo già raccolto 85mila firme per bloccare la “caccia selvaggia”. Preoccupazione alla Lipu: anche quest’anno molte regioni hanno autorizzato la caccia ai turdidi, alla beccaccia e agli uccelli acquatici fino a fine gennaio, in piena fase di migrazione prenuziale, vietatissima dalla direttiva Uccelli”.
SI POTRA’ SPARARE A 21 SPECIE GIA’ IN PERICOLO
“Come se non bastasse si potrà sparare a ben 21 specie che versano in cattivo stato di conservazione: allodola, alzavola, beccaccino, codone, combattente, coturnice, fagiano di monte (gallo forcello), fischione, folaga, marzaiola, mestolone, moretta, moriglione, pavoncella, pernice rossa, pernice sarda, porciglione, quaglia, starna, tordo sassello, tortora selvatica”. Lipu punta poi il dito contro “i clamorosi contenuti del disegno di legge n. 1552 presentato al Senato dalla maggioranza, con l’avallo del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, che secondo l’associazione, dà il via ad una sorta di piena liberalizzazione della caccia. Saltano i termini del 31 gennaio e del 10 febbraio per la chiusura della stagione venatoria, si riaprono gli impianti per la cattura degli uccelli a fini di richiamo vivo, si riducono le aree protette e si estendono i terreni dove è possibile cacciare, molte facilitazioni sono concesse ai cacciatori e ulteriori poteri decisionali alle stesse regioni, in netta violazione della potestà statale prevista dalla Costituzione in fatto di tutela della natura. “Siamo di fronte a una proposta irresponsabile e incostituzionale”, dichiara Giovanni Albarella, responsabile Antibracconaggio e Attività venatoria della Lipu.
UNA STRAGE PER MILIONI DI ANIMALI
Per il Wwf quella di domenica prossima è “una data che segna l’avvio di una strage per milioni di animali e la limitazione della libertà di vivere la natura, ma che oggi impone una riflessione più profonda: la caccia è diventata un vero e proprio caso nazionale, al centro di una deriva legislativa che mina i principi di tutela della biodiversità e di rispetto del diritto. Dall’inizio della legislatura, spiega il Wwf, Parlamento e Governo hanno introdotto norme sempre più permissive, forzando regolamenti e violando sia la Costituzione sia le direttive europee. In meno di tre anni la legge sulla caccia è stata modificata undici volte in ventidue punti, con conseguente apertura di tre procedure da parte dell’Unione Europea. Tra i casi più gravi vi è l’impossibilità per i tribunali di sospendere la caccia anche quando autorizzata da provvedimenti manifestamente illegittimi, con il rischio di danni irreparabili per l’ambiente. Grazie a un ricorso presentato anche dal Wwf Italia e da altre associazioni al Tar Marche – spiega l’associazione – è stato possibile ottenere un primo risultato per arginare gli effetti di questa misura, ma questa e altre modifiche saranno portate davanti alla Corte costituzionale”. (Ansa)
AGGIORNAMENTO
Lega per l’Abolizione della Caccia (Lac) – Il 21 settembre 2025 si apre un’altra stagione di caccia in Italia, con il consueto carico di stragi di animali e pericoli per i cittadini. Il governo Meloni ha dichiarato guerra aperta alla natura e al nostro futuro: prima cancellando con urgenza il divieto di caccia sui valichi montani con il DDL “Montagna” — che sembra voler “riqualificare” le nostre montagne con una strage di uccelli — e poi con il DDL 1552, il disegno di legge che mira a demolire la legge nazionale a tutela della fauna selvatica (L.157/92) e punta a liberalizzare la caccia nelle foreste demaniali, a riaprire l’uccellagione, a eliminare i limiti di tempo alla stagione venatoria e a ridurre le aree naturali protette, introduce nuove specie cacciabili, la caccia sul ghiaccio, utilizzo del silenziatore, ecc. Il prossimo 21 ottobre 2025 è previsto l’inizio dell’esame nell’Aula del Senato: un’oscena proposta di legge, solo l’ultima indecenza a favore dei cacciatori e in danno della fauna selvatica e della incolumità degli italiani .Di fronte a questo scempio, ben 55 associazioni hanno sollecitato un’azione immediata ai parlamentari. Inoltre, oggi, 19 settembre è stata depositata al Senato la proposta di legge d’iniziativa popolare contro la caccia, promossa dalle associazioni nazionali animaliste ENPA, LAC, LAV, Animalisti Italiani, LNDC Animal Protection e OIPA che, deve essere discussa e non insabbiata, come alternativa a questo disegno di legge vergognoso. Questa proposta vuole dare finalmente voce a più di tre quarti dei cittadini italiani, che secondo i dati Eurispes richiedono da sempre la cancellazione definitiva di questa pratica assurda e violenta e che, nonostante la schiacciante maggioranza, rimangono inascoltati da questa maggioranza parlamentare.
EARTH – Il 21 settembre 2025 si aprirà la nuova stagione venatoria in Italia. Come ogni anno, essa comporta conseguenze rilevanti in termini di impatto sulla fauna selvatica e di rischi concreti per la sicurezza delle persone.7 l’ associazione EARTH Odv ricorda che sono diverse decine ogni anno gli incidenti di caccia che costano vite umane e di animali domestici sacrificabili secondo la politica italiana ad un piccolo manipolo di persone che ritengono che imbracciare un fucile per uccidere animali inermi sia uno sport divertente. In Senato è inoltre in discussione il disegno di legge n. 1552, a iniziativa dei senatori Malan, Romeo, Gasparri e Salviti, che mira a sostituire l’attuale legge n. 157/1992, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. Il testo prevede misure particolarmente preoccupanti e scriteriate, tra cui:
la possibilità di caccia sulle spiagge con grave preoccupazione per cittadini e specie a rischio;
la possibilità di utilizzo del silenziatore che comporta ulteriore rischio per l’incolumità pubblica;
la riapertura degli impianti di cattura degli uccelli migratori con le reti (uccellagione attualmente vietata);
la cancellazione dell’obbligo di chiusura della stagione venatoria entro la prima decade di febbraio il che comporta l’uccisione di femmine incinta e grave disturbo alla fauna selvatica nel periodo riproduttivo;
la riduzione delle aree naturali protette, rendendole in parte accessibili all’attività venatoria.
Tali proposte sollevano forti preoccupazioni sul piano della conservazione della biodiversità, della tutela degli ecosistemi e della sicurezza pubblica.
In opposizione a questo disegno di legge, 55 associazioni ambientaliste e animaliste nazionali e locali fra cui EARTH Odv, LAV, ENPA, WWF, Lipu, LNDC, Humane World for Animals, Legambiente, hanno rivolto un appello a senatori e deputati affinché respingano il provvedimento. L’esame in Aula al Senato è previsto per il 21 ottobre 2025. “I firmatari del DDL affermano che la loro proposta legislativa mira a tutelare gli agricoltori dai danni causati dalla fauna selvatica” spiega Valentina Coppola, Presidente di EARTH, “ma si tratta di una evidente narrazione distorta poichè il DDL contiene addirittura la possibilità, attualmente negata ai cacciatori dalla legge in vigore, di entrare a cacciare nei terreni seminativi. Rimpiangeranno i cinghiali gli agricoltori quando gruppi di cacciatori entreranno nelle loro proprietà calpestando quanto seminato e magari portando via parte del raccolto, quando a pochi metri dalle loro abitazioni pioveranno piombini che feriranno o uccideranno i loro animali domestici”. Le associazioni promotrici ribadiscono la necessità di una riflessione seria e approfondita, che tenga conto della volontà della maggioranza degli italiani, della tutela della fauna selvatica quale bene comune e dei principi costituzionali di protezione dell’ambiente e della biodiversità.
LEAL – Domenica 21 settembre si apre la stagione di caccia, dando il via a quella che, per LEAL e tutte le associazioni animaliste e ambientaliste, è una nuova stagione di massacri gratuiti e ingiustificati contro la fauna selvatica italiana. Nonostante il crescente consenso popolare contro la caccia, con oltre il 75% degli italiani contrari all’attività venatoria secondo recenti indagini Eurispes, il governo continua invece a spacciare la caccia come attività “necessaria” e la stagione viene prorogata e ampliata a danno della natura e della biodiversità. La realtà è ben diversa: la caccia in Italia è estesa quasi tutto l’anno. Da mesi si sparano specie animali a rischio critico, come la pernice bianca, il gallo forcello e la coturnice, e si autorizzano stermini per specie invasive sotto la dicitura di “caccia in deroga”, coinvolgendo anche uccelli piccoli e innocui come storni e fringuelli. Come se non bastasse, nel frattempo si approvano leggi che estendono la caccia fino a febbraio, penalizzando le specie durante i mesi di riproduzione, e aumentano l’uso di richiami vivi, costringendo migliaia di animali a sofferenze indicibili nelle gabbie. Gian Marco Prampolini, presidente LEAL rimarca: “Al danno agli animali e alle specie più vulnerabili si aggiunge la beffa: il governo ha aggirato il divieto europeo di caccia nei valichi montani, cruciali punti di passaggio per la migrazione degli uccelli, e si prevede una riduzione delle aree ambientali tutelate. Di fatto, si favorisce la morte di innumerevoli animali selvatici per un’attività ludica, obsoleta e distruttiva nell’interesse di pochi. Siamo di fronte a una scelta etica imprescindibile: la tutela della vita e della natura da una parte, e il massacro di milioni di animali per divertimento dall’altra”. LEAL si schiera dalla parte della vita, della protezione dell’ambiente e degli ecosistemi. Promuove incontri e organizza conferenze per incentivare la convivenza pacifica con la fauna selvatica e la protezione del nostro patrimonio naturale.
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