San Rocco di Camogli, premio Fedeltà del cane 2024: le storie | 3

Come tutti gli anni il 16 agosto a San Rocco di Camogli, in Liguria, viene assegnato il Premio Internazionale Fedeltà del Cane. Quella del 2024 è la 63esima edizione (aggiornamento: vinta dal cane Giulio), nella quale vengono consegnati riconoscimenti ai cani che si sono distinti per particolari atti di fedeltà, eroismo, amore, alle persone o istituzioni che hanno operato benevolmente nei confronti dei cani e anche una menzione alla memoria e un premio fedeltà estero. Le storie di questi cani, raccolte qui sotto (e in altri due post di 24zampe, qui e qui) sono prese dal racconto di Sonia Gentoso, l’anima del Premio, che come sempre le ha selezionate e raccolte per un anno intero. “Storie di cani? Io le leggerei”, mi ha detto la persona che mi è più cara. E dunque ecco qui cinque storie di amici degli animali, i destinatari dei premi Bontà, più quella della menzione alla memoria.

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CROCE GIALLA

Croce gialla, con il progetto “Solidarietà a 4 zampe”, si prende cura dei cani dei clochard del territorio genovese fornendo loro gratuitamente visite, cure e cibo

E’ partito il 21 dicembre scorso il progetto “Solidarietà a 4 zampe”, iniziativa benefica ideata e realizzata dalla Croce Gialla servizi animali di Genova, che porta i suoi volontari in strada per offrire cure veterinarie gratuite e distribuzione di cibo e coperte ai cani dei clochard del capoluogo ligure. Per molte persone che per svariati motivi si trovano a vivere senza fissa dimora ai margini della società, il proprio cane è molto più di un semplice amico, è il solo legame affettivo, è tutto quello che dà loro la forza di vivere. Ed è anche la ragione per cui, non potendo portare nelle strutture d’accoglienza i loro compagni a quattro zampe, rifiutano di trascorrere la notte in un luogo chiuso, al caldo. “Solidarietà a 4 zampe” prevede, in un primo momento, controlli a cadenza mensile con prima assistenza e visita su ambulanza veterinaria in strada e laddove necessario con ricovero per alcuni cani, ma ha in sé un obiettivo ancora più grande. Come spiega Luigi Sganga, volontario della Croce Gialla, educatore cinofilo e responsabile del progetto, “l’intento è quello di coinvolgere anche le amministrazioni pubbliche, affinché, in linea con un progetto gemello a Barcellona, sia possibile creare dei locali per l’accoglienza notturna di senzatetto con animali al seguito”. Sono circa una ventina i clochard a Genova e l’amore per i loro compagni di vita non manca; c’è chi si preoccupa per la cagnolina che ha da poco partorito in strada, chi non fa mai mancare la ciotola al suo cane in una casa fatta di cartoni, c’è chi avvolge in un giubbetto la propria cucciola come fosse un bimbo. Un progetto “ambizioso”, lo definisce Massimo Agostini, direttore operativo della Croce Gialla, che si avvale dell’importante collaborazione di Balzoo, il Banco Italiano zoologico, associazione che da sempre  fa raccolte alimentari per portare a casa delle persone bisognose cibo per i loro animali.  «La Croce Gialla, che si occupa di animali da tempo, offrendo un servizio di soccorso animale h24 –  conclude Luigi Sganga – vuole pensare concretamente ai compagni delle persone “invisibili”, quelle che quando camminiamo neanche vediamo, quegli uomini e donne che spesso trattano gli animali meglio di tante altre persone. Ma vuole anche andare oltre, per garantire a queste persone senza fissa dimora un’accoglienza che non li separi dal bene più prezioso».

I clochard genovesi, commossi, hanno risposto: «Grazie per l’aiuto, i nostri cani sono come figli».

Massimo Agostini, direttore operativo e portavoce del Presidente di Croce Gialla; Luigi Sganga, soccorritore e coordinatore qualità responsabile del progetto “Solidarietà a 4 zampe”, Milena Nicosia, Veterinaria per lo stesso progetto e Teresa Senno, volontaria Associazione Balzoo Genova per il progetto clochard “Solidarietà a 4 zampe”

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ENRICO FOGLI

Fogli ha accolto nella sua vita Lupin, il cucciolo di circa otto mesi, che ha vagato per quasi 30 giorni in Fi-Pi-Li alla ricerca di chi lo aveva abbandonato.

«Ho ascoltato il cuore, ora io e Lupin staremo insieme per sempre»: sono le parole di Enrico, che ancora una volta ha promesso riparo e amore per tutta la vita a questo cucciolo, come ha fatto per altre creature, infatti la sua casa è una piccola oasi domestica dove vivono oche, gatti e capre, salvate dal macello. La storia di Lupin è particolare a tal punto da far diventare quella montagna di pelo bianco di circa otto mesi, un simbolo per quanti l’avevano seguita con apprensione sui social.  Il cucciolo di simil pastore maremmano, per quasi trenta giorni, ha vagato in Fi-Pi-Li, dove gli automobilisti ripetutamente si sono rivolti alla polizia stradale per denunciarne la presenza. Enrico lo aveva visto in superstrada, mentre la percorreva per recarsi a lavoro ed è convinto che quel cane tornasse sempre lì, mettendo in pericolo la propria vita e quella di tanti automobilisti, alla ricerca del mezzo dal quale era stato scaricato senza alcuno scrupolo. Enrico lo ha anche seguito mentre correva su di un suo appezzamento di terra e lo ha sfamato, ma non riuscendo a carpirne la fiducia, mentre giornalmente i social documentavano gli avvistamenti del cane in superstrada. A segnare la svolta sono stati i volontari, che hanno compiuto appostamenti mirati fino al giorno in cui Lupin si è fatto avvicinare consentendo la “cattura”. Non è stato semplice, come racconta la fondatrice, presidente e volontaria del parco canile “La Valle Incantata” di Lajatico, la struttura che lo ha ospitato fino all’adozione. «Chi compie atti del genere – conclude Rossella Prosperi – compie un reato punibile per legge, ma nonostante le norme si continua a gettare via piccole creature come fossero spazzatura. Troppi animali maltrattati e persone senza scrupoli che restano impunite». In molti si sono voluti congratulare con Enrico per il suo bel gesto, a cominciare dal Sindaco di Montopoli, che ha invitato in Comune Lupin, Enrico e tutte le persone e realtà coinvolte in questa storia. Finalmente Lupin ha tutto l’amore che merita. «E’ un cucciolo dolcissimo, molto tranquillo e ubbidiente nonostante tutto quello che ha dovuto subire», dice Enrico. Grazie Enrico! Grazie anche a tutti i meravigliosi volontari, in particolare a Federica, Gaia e Sara, ma anche al parco canile di Lajatico e all’associazione Amici a quattro zampe. Grazie  per il grande impegno e la dedizione.

Enrico Fogli, Montopoli in Val d’Arno, Pisa

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LA VALLE INCANTATA

La valle incantata ospita cani randagi, abbandonati, maltrattati; è un parco canile aperto 365 giorni all’anno, i cui volontari lavorano per trovare le adozioni migliori, promuovendo anche progetti rivolti alle nuove generazioni.

Il Parco Canile “La Valle Incantata” con sede a Lajàtico (Pisa), è un rifugio costruito e gestito dall’Associazione Amici Animali a 4 Zampe, così come il Gattile “La Valle degli Angeli”. I cani ospiti hanno storie difficili alle spalle; alcuni di loro sono stati trovati abbandonati sul territorio, altri ceduti dalle ex famiglie, altri ancora maltrattati e quindi sequestrati dall’autorità giudiziaria. Sempre attivi contro il randagismo, l’abbandono, il maltrattamento di cani e gatti, i volontari lavorano per il recupero dello stato fisico e dell’emotività dell’animale e si impegnano a trovare, per ognuno di loro, una famiglia che li accolga al più presto, dove possano vivere serenamente. Per questo le porte del rifugio sono aperte 365 giorni l’anno. Al Parco Canile c’è chi va per adottare un cane, c’è chi porta il proprio cane nel verde a passeggiare, oppure come accade ormai da tempo, ci sono gruppi di ragazzi di Lajatico che vi si recano per fare una passeggiata con uno dei cani ospiti, a beneficio tanto dei cani che sgambano, quanto dei ragazzi stessi, che stanno all’aria aperta. Unitamente alla politica dell’adozione, a quella della dignità e del benessere degli animali e del coinvolgimento dei cittadini, l’intento dell’associazione Amici Animali a 4 Zampe è anche quello di formare gli stessi cani ospiti del rifugio per poterli poi impiegare in progetti di pet therapy rivolti a scuole, centri diurni e case di riposo. I cani e i gatti ospiti del rifugio sono decisamente meno rispetto ad anni fa, esempio di come il lavoro dei volontari e la collaborazione tra associazioni e amministrazioni comunali sia fondamentale affinché gli animali possano trovare presto una nuova casa. «E’ importante – spiega Rossella Prosperi, fondatrice del Parco Canile  – che le Istituzioni promuovano progetti per educare le nuove generazioni al rispetto degli animali, anche quando sono anziani e ammalati. Progetti che non sono solo espressione di educazione cinofila ma che servono a diffondere una cultura del rispetto e dell’aiuto che ogni ragazzo in classe dovrebbe offrire al compagno più debole o in difficoltà».

Rossella Prosperi, fondatrice  e Presidente del Parco Canile “la Valle Incantata”, con Romina Macchia e Marta Galiberti, Lajatico, Pisa

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MARCO FORNARI

Fornari ha organizzato importanti iniziative, nate dal suo sentirsi in dovere di dare voce agli invisibili, a chi voce non ha.

“Neve” e i cani della discarica.  Durante una missione in Turchia, a Kilis, sul confine siriano, a cui aveva partecipato per portare aiuto (principalmente latte, uova e carbone) alle famiglie di bimbi profughi siriani rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori, Marco si imbatté in un qualcosa di raccapricciante. Lui e i suoi compagni, intenti a sfamare gruppetti di randagi incontrati lungo la strada, vennero raggiunti da decine e decine di cani scesi da una “collina”. In realtà quella era una discarica e quei cani incredibilmente mansueti seppur affamati, molti visibilmente malati, vivevano lì, nutrendosi di rifiuti. Le scorte di cibo finirono molto rapidamente e dopo essere tornati con altre provviste, Marco si avventurò sulla “collina”, dove c’erano anche tante mamme coi cuccioli. Al rientro in Italia vennero attivati tutti i canali possibili per trovare una soluzione ad una situazione straziante, e nel frattempo Marco sponsorizzò una missione di volontari che da Kaysery portasse aiuti alla discarica, con anche un veterinario. Un giorno i volontari filmarono una cucciola con una malformazione alla zampa anteriore che inseguiva la loro auto. Il filmato arrivò a Marco, che intimò ai volontari di non lasciarla per nessun motivo. Quella cucciola fu ricoverata in clinica e battezzata da Marco “Neve”; andò poi in stallo ad Istambul per arrivare in Italia alla famiglia adottante. Dove sarà Neve oggi? La risposta: tra le braccia di chi l’ha amata fin dal primo momento. Tutto questo ha avuto un epilogo felice non solo per Neve, ma anche per gli altri cani; dopo meno di un anno circa, l’allora sindaco fece scavare tante grotte nella parete di roccia che dominava la discarica, che fu spostata. I cani ora hanno cibo e acqua tutti i giorni, e cure all’occorrenza. Progetto Zoe, invece, nasce da una iniziativa di volontari americani e italiani, resa possibile dai frequenti viaggi di Marco negli USA. Lo scopo è il salvataggio dei chihuahua americani destinati al “braccio della morte”. In alcuni stati degli USA, per evitare il sovraffollamento dei canili, vengono addormentati quei cani che non hanno ricevuto richieste di adozione. La scelta di salvare chihuahua non è stata relativa alla razza, ma perché in un trasportino in cabina era consentito portare anche due cani. Ne sono stati salvati veramente tanti, alcuni dei quali sarebbero stati nel braccio della morte nel giro di pochi minuti. Zoe era una chihuahua californiana, che Marco con altri volontari dovevano recuperare per portarla in Italia, dopo aver avuto la garanzia che era stata allontanata dal braccio della morte. Quando però arrivarono per prenderla quel sabato, seppero che Zoe era finita nella camera a gas il giovedì precedente. Ora Progetto Zoe si occupa di piccole taglie in generale. Fondato da Marco Fornari, PLF è un movimento che unisce persone che amano gli animali. PLF non è di nessuno, non ha capi, ha invece questi obiettivi: essere una bacheca libera per gli annunci, quali staffette, stalli, adozioni, denunce, informazioni, iniziative; avvicinare più persone possibili al mondo dell’animalismo attivo; portare soccorso sul campo grazie ad un gruppo di attivisti preparati per gli interventi di emergenza. Che cosa sono “le staffette del cibo”? Presso i caselli autostradali, i volontari di PLF incontrano gli amici, che portano loro cibo e aiuti vari per i pelosi in difficoltà, aiuti che saranno poi gli stessi volontari a consegnare direttamente ad uno o più rifugi in emergenza. Lo spirito che caratterizza la staffetta è proprio incontrare le persone per passarsi di mano cibo e aiuti, come fosse la consegna del testimone di un unico sentimento che accomuna tutti: l’amore per gli animali. Dopo una di queste Victor-staffette (il cui nome derivava da un cucciolo meraviglioso), arrivò a casa Fornari un altro cucciolo conosciuto proprio lì, e che, per un grave problema neurologico, guaiva in un modo mai sentito prima; si salvò, visse felice e anche lui fu chiamato, ovviamente, Victor! La quinta Victor-Staffetta fu un evento indimenticabile, con carovane di aiuti per i rifugi della Campania. “Di fronte ad un essere vivente in difficoltà, non so far finta di non aver visto e non riesco a pensare che non sia compito mio, che ci penserà qualcun altro. Quel qualcun altro sono io” (Marco Fornari)

Marco Fornari, Roma

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ZAMPATESA

Zampatesa ha prestato servizio veterinario gratuito e offerto il cibo raccolto ai cani e gatti dei profughi ucraini ospiti di associazioni umanitarie genovesi

Nel marzo 2022 ha inizio una nuova iniziativa di Zampatesa rivolta ai compagni animali dei profughi ucraini. In quel momento storico, a seguito della guerra in Ucraina, migliaia di persone stavano abbandonando il loro Paese e tra questi molti erano diretti a Genova, ospiti di associazioni umanitarie e taluni con il loro animale al seguito. Un gran numero di associazioni animaliste italiane avevano inviato in Ucraina cibo ed altri beni, che trovavano purtroppo non poche difficoltà ad arrivare dove necessario e Zampatesa, che nel frattempo si era attivata per ricevere, dai tantissimi soci e da chi aveva risposto all’appello di aiuto, cibo e cose utili per gli animali ucraini, ha deciso di non spedire il materiale raccolto, ma di impegnare quanto più possibile delle proprie risorse economiche offrendo cibo e cure veterinarie a cani e gatti dei profughi ucraini ospiti di Genova.      Il servizio veterinario gratuito di Zampatesa agli animali dei profughi ucraini, che continua ad essere attivo, ha contato prestazioni sanitarie, quali ecografie, lastre radiologiche, interventi per piometra, visite per patologie varie a ventuno animali, per lo più cani. Zampatesa nasce dalla grande passione per gli animali del suo fondatore, Gino Ulivi, che nel 1994 decide di abbandonare la propria attività di docente, musicista e organizzatore di spettacoli per dedicarsi al suo grande sogno di creare un ospedale per gli animali, dando così inizio al progetto Zampatesa. Ottenuta dal Comune di Genova una vecchia scuola abbandonata da anni, viene creata lì la prima sede, successivamente sostituita da quella nuova, sempre nello stesso sito, ma adeguata a esigenze ed attrezzature necessarie. Zampatesa, che ha come suo scopo istituzionale il benessere degli animali, siano essi randagi o di proprietà dei soci, ha curato tantissimi cani e gatti, cercando di aiutare il più possibile quanti non avevano i mezzi per farlo autonomamente. Il primo progetto, “Zampatesa Amica”, è iniziato nel 2020, offrendo il servizio veterinario gratuito agli animali di proprietà di persone in momentanea difficoltà economica anche a causa del Covid (una quarantina di animali tra cani e gatti), per continuare con “Indovina chi viene a cena”, progetto che avvalendosi della collaborazione di aziende pet food, ha portato alla donazione di una grandissima quantità di scatolette di cibo per i gatti di strada e di crocchette. Grazie a Zampatesa, tanti animali, che sarebbero andati incontro ad un destino doloroso e tragico, hanno avuto un aiuto concreto.

Gino Ulivi, fondatore e coordinatore di Zampatesa, Genova

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MENZIONE ALLA MEMORIA

SHARK

Shark, pastore tedesco, aveva segnalato nell’intervento, quale Unità Cinofila da Soccorso a seguito del terremoto dell’Irpinia (1980), una persona viva sotto le macerie. Shark, per il gruppo “SOS Unità Cinofile di Soccorso”, cui appartiene un suo stesso discendente, è una sorta di pioniere, un esempio a cui dare continuità attraverso l’operato e gli obiettivi.

SOS Unità Cinofile di Soccorso è un’associazione ANPAS specializzata in cinofilia. Il suo obiettivo è quello di formare unità cinofile e logistiche per la ricerca di persone disperse o calamitate. A questa attività si affiancano quelle di Protezione Civile, e quindi interventi in caso di alluvioni o terremoti, ma anche attività di informazione della popolazione sui rischi e le misure cautelative da attuare in caso di emergenza. Inoltre l’Associazione è impegnata nella realizzazione di incontri rivolti prioritariamente ai bambini per diffondere una buona cultura cinofila. La sua attività si concentra principalmente nel parmense, ma non esclude interventi oltre confine, come nel caso delle recenti emergenze delle alluvioni nelle Marche e in Emilia Romagna. Il gruppo vanta nel suo stesso presidente, Enzo Ugolotti, un maestro esperto e in un cane UCS, Shark IV, un discendente dello stesso cane intervenuto nel terremoto dell’Irpinia del 1980: Shark. In quella grande calamità il gruppo di Parma, costituito dai volontari delle Pubbliche Assistenze della regione Emilia Romagna, dal CER (Centro Emergenza Radioamatori), dai “Fuoristradisti” e le tre Unità Cinofile da soccorso, tra cui Shark, si trovavano ad operare insieme in emergenza reale. Nonostante i cani non avessero mai fatto prima d’allora nessuna ricerca, né reale né simulata sotto macerie, Shark ha segnalato la presenza di una persona che è stata poi estratta durante la notte, l’unica donna ritrovata viva. Sui mezzi e le attrezzature di supporto allora a disposizione aveva la meglio la volontà dei soccorritori e la fiducia reciproca uomo-cane. Questo era l’elemento fondamentale che li portava a lavorare eroicamente tante ore consecutive per parecchi giorni. L’UCS Shark-Enzo effettuò l’intervento nei primissimi momenti di quell’emergenza, e tra l’altro, ancora prima che nascesse il sistema dipartimentale di protezione civile voluto dal Presidente Pertini e dall’On.le Zamberletti nel 1985.

Unitamente alla Menzione in memoria di SHARK sarà conferita una menzione ai cani di “SOS Unità Cinofile di Soccorso”

Enzo Ugolotti, Presidente di SOS Unità Cinofile di Soccorso, Langhirano, Parma; Stefania Ugolotti con SHARK IV; Fabrizia Malpeli con MICKEY; Donatella Basteri con JAGO; Sara Barbieri con CREED

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Per conoscere “live” tutte le storie è possibile seguire la diretta streaming della Premiazione, che inizia oggi alle 16, sul sito www.avtsanrocco.org e sulla pagina facebook AVT San Rocco – Premio Internazionale Fedeltà del Cane.

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