Per la seconda volta in meno di una settimana il Tar di Trento ha accolto le istanze presentate dagli animalisti di Enpa, Lav, Leidaa e Oipa e ha respinto l’ordinanza di abbattimento dell’orsa Kj1, firmata sabato dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. L’orsa, che è accompagnata da tre giovani subadulti (non si tratta quindi di cuccioli) è ritenuta responsabile dell’aggressione ad un turista francese di 43 anni che martedì 16 luglio stava correndo nei boschi sopra Dro. La presidente del tribunale, Alessandra Farina, ha disposto la sospensione del provvedimento impugnato nella parte in cui ordina l’abbattimento dell’esemplare, “salva l’adozione delle misure alternative all’abbattimento e di tutte le misure destinate ad assicurare la tutela pubblica della pubblica incolumità, come indicato in motivazione da assumere da parte dell’autorità preposta è stata fissata per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 5 settembre 2024”. “Resta in ogni caso demandata nelle more all’autorità provinciale l’adozione delle misure più adeguate al fine di assicurare – escluso il censurato abbattimento, in quanto, come già rilevato, soluzione irreversibile – l’eventuale captivazione dell’esemplare identificato come Kj1 ovvero la predisposizione di tutte le cautele per assicurare il costante monitoraggio del territorio e le puntuali segnalazioni alla popolazione che frequenta le zone interessate del pericolo esistente e dei comportamenti da seguire, non ultima l’interdizione all’accesso in determinate aree”, si legge ancora nel decreto del tribunale.
VANNO CHIUSE LE AREE FREQUENTATE DA ORSE CON I CUCCIOLI
Che, per la prima volta, ha dato ragione agli animalisti sulla necessità di chiudere le aree dove è noto che si muovano le orse con i loro cuccioli, così come accade in altri Paesi. Il primo provvedimento di abbattimento adottato da Fugatti non conteneva la certezza sull’identità dell’esemplare responsabile dell’aggressione. Motivo per cui è stato respinto. Non è bastato, al secondo tentativo, inserire nella nuova ordinanza anche i risultati dei test biologici basati sui campioni raccolti a Dro, che confermano la presenza di Kj1 sul luogo dell’aggressione. Per il Tribunale, si legge nel decreto del Tar, l’abbattimento sarebbe però “irreversibile”. E quindi anche la seconda ordinanza è stata sospesa.
GLI ANIMALISTI: RISCHIO BRACCONAGGIO PER L’ORSA KJ1
Per Gian Marco Prampolini, presidente Leal, che ha presentato richiesta di decreto cautelare, è “importante tutelare anche solo passo passo la vita di una mamma orsa che non ha mai causato problemi in precedenza e salvaguardare i suoi piccoli da predatori e bracconieri. Come Leal ci sentiamo la piena responsabilità di non lasciare nessun animale vittima di decisioni scellerate della Provincia”. Lav cita la parte del decreto in cui la presidente del Tar evidenzia “la diversa tempistica con la quale si può procedere alla captivazione e la necessità di garantire la sicurezza degli operatori indicata dal provvedimento impugnato quali ragioni che giustificano l’abbattimento come unica misura praticabile, non appaiono prime facie sufficienti a sostenere, in termini di necessità, idoneità e proporzionalità, la scelta definitiva dell’abbattimento”. “Temiamo che Kj1 possa subire la stessa sorte di F36 e MJ5, uccisi dai bracconieri dopo essere stati condannati a morte da Fugatti. Per questo abbiamo diffidato la Pat a garantire l’incolumità dell’orsa di Dro e di tutti gli altri plantigradi del Trentino. Il rischio che i bracconieri tornino a colpire c’è ed è molto concreto”, scrive Enpa. “È una grande vittoria per tutti coloro che amano gli animali e che si battono in loro difesa. La battaglia continua”, dice Michela Vittoria Brambilla, presidente Leidaa e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’Ambiente. Oipa “auspica che il presidente Fugatti riveda la sua “strategia antiorso” in nome del rispetto per la vita animale e della biodiversità, tutelata anche dall’articolo 9 della Costituzione” e porta a esempio le politiche in tema di orsi del Pnalm. Per Lndc Animal Protection, “il comportamento di Fugatti è irresponsabile e irrispettoso delle istituzioni, della legge e dell’ambiente”.
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AGGIORNAMENTO DEL 23 LUGLIO 2024 – IL RACCONTO DEL TURISTA AGGREDITO: L’ORSA MI E’ CORSA INCONTRO
“Sono arrivato ad un bivio tra una strada forestale rocciosa e un piccolo sentiero sopraelevato, che era molto coperto dalla vegetazione e con poca visibilità. All’improvviso, un’orsa mi è corsa incontro”. Lo ha detto al “Domani” Vivien Triffaux, il francese di 43 anni che lo scorso 16 luglio, sul sentiero 428 che da Dro porta a San Giovanni al Monte, in Trentino, è stato attaccato dall’orsa Kj1. “Ho intravisto un cucciolo dietro di lei e ho capito subito che era aggressiva. Ho avuto solo il tempo per rannicchiarmi a terra e proteggermi, in particolare il collo e la testa. L’orsa mi ha morso in profondità al braccio e mi ha graffiato. Appena ha allentato la presa, ho cercato di scappare buttandomi nella vegetazione verso la strada forestale sottostante, allontanandomi dai cuccioli. L’orsa mi ha seguito e ha continuato ad essere aggressiva”, ha raccontato il 43enne in un’intervista esclusiva al quotidiano. “Ho cercato di allontanarmi ulteriormente oltre la strada, cercando di ritrovare la calma dopo il panico iniziale. Mi sono alzato in piedi e l’ho affrontata e a quel punto l’orsa ha smesso di essere aggressiva. Era sulle zampe posteriori a un metro da me. Ci siamo guardati per qualche secondo e ho cercato di farle capire che non avevo cattive intenzioni. Poi, se n’è andata. Tutto questo è durato solo pochi secondi, ma a me è sembrata un’eternità. Sono tornato verso Dro, ho subito contattato mia moglie per informarla e dirle dove mi trovavo, non sapendo quanto gravi fossero le mie ferite. Poi ho contattato i soccorsi mentre scendevo il sentiero. È arrivato l’elicottero che mi ha portato in ospedale a Trento”. Triffaux ha aggiunto che quanto gli è accaduto dovrebbe “riaprire il dibattito sulla convivenza tra uomo e animali selvatici. Dobbiamo trovare un equilibrio tra la conservazione della biodiversità, ricordando che è l’uomo a causare i danni peggiori alle altre specie, e la sicurezza per gli uomini. È un dibattito difficile che richiede tempo, riflessioni e misure appropriate per prevenire future aggressioni”. (Ansa)
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