Il Tar di Trento ha bloccato l’uccisione dell’orsa Kj1, ritenuta responsabile dell’aggressione al turista francese nel Comune di Dro, in Trentino. Secondo il Tar “l’esame della richiesta cautelare ante causam appare giustificata e meritevole di accoglimento sussistendo l’eccezionale gravità e urgenza di sospendere temporaneamente (…) il provvedimento nella parte in cui dispone l’immediato abbattimento dell’orso, senza alcuna possibile alternativa e allo stato senza un accertamento definitivo dell’effettiva riconducibilità dell’aggressione all’orsa nominata KJ1, stante l’evidente irrimediabilità di una sua eventuale esecuzione”. Il pronunciamento arriva a due giorni dall’aggressione del turista francese di 43 anni che stava correndo nei boschi tra San Giovanni a Monte e Dro quando è entrato in contatto con l’animale, circostanza che ha portato il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ad emettere un’ordinanza di abbattimento per l’orsa Kj1. “Basiti” dalla sentenza del Tar i rappresentanti del Partito autonomista trentino tirolese: “Ricordiamo, con amarezza e tanta rabbia, che l’orso che ha ucciso Andrea Papi era oggetto di un’ordinanza di abbattimento, sospesa anche quella dai giudici. Se dovesse succedere un secondo tragico evento, di chi sarà la responsabilità? Di chi ha dimostrato ancora una volta di vivere lontano dalla realtà del nostro territorio? Un sistema che dà voce agli animalisti da salotto che pontificano dagli studi televisivi senza conoscere nei fatti la nostra realtà”.
LE PRESE DI POSIZIONE DEGLI ANIMALISTI
In una dinamica ormai consolidata sono arrivate a stretto giro le prese di posizione animaliste, con diverse diffide presentate da Lav e un’istanza presentata da Leal. Per la presidente del Tar, Alessandra Farina, l’abbattimento va sospeso perché non è certo che sia proprio Kj1 la responsabile dell’attacco. Per Gian Marco Prampolini, presidente Leal, “la soddisfazione di aver bloccato un’esecuzione fuori da ogni logica rafforza la posizione di Leal che rimane coerente con quanto già affermato in passato: la gestione degli orsi trentini va trasferita al Ministero dell’Ambiente in quanto la provincia di Trento ha dimostrato la gestione fallimentare e antiscientifica del patrimonio faunistico locale”. “In questa storia di decreti di urgenza e di atti orsicidi scritti nottetempo, quello che non torna è un aspetto non di poco conto: perché, nonostante la nostra istanza, il presidente della Provincia autonoma di Trento e i sindaci dei Comuni delle zone interessate non hanno ancora interdetto l’area dove si trovano le mamme orse con loro cuccioli, esattamente come viene fatto in altri Parchi in Italia e all’estero? Viene da pensare che l’unica urgenza dell’amministrazione trentina sia quella di favorire gli scontri con i plantigradi e fare fuori gli orsi, a qualunque costo”, commenta Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici di Lav. “Ancora una volta le cittadine e i cittadini trentini sono vittime di un sistema che premia i grandi carnivori e tutti quegli animalisti da salotto che non sanno cosa voglia dire non aver più la libertà di muoversi sul proprio territorio”, commenta invece la consigliera provinciale Vanessa Masè (Civica). (Ansa)
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AGGIORNAMENTO DEL 21 LUGLIO 2024 – NUOVA ORDINANZA DI ABBATTIMENTO
Non si arrende il presidente della Provincia di Trento. Dopo che il Tar gli ha bocciato la prima ordinanza per l’abbattimento dell’orsa Kj1, indiziata di aver aggredito martedì scorso un turista francese, Maurizio Fugatti ne ha firmata un’altra con la stessa indicazione. La novità è che il secondo provvedimento contiene i risultati di test che dimostrerebbero come sia stata proprio Kj1 ad aver attaccato l’uomo mentre correva da solo nei boschi sopra il comune di Dro. Ma le associazioni animaliste non ci stanno e annunciano nuovi ricorsi. Prosegue intanto la caccia al plantigrado da parte dei forestali che hanno piazzato una serie di trappole a tubo a tubo nell’area: l’animale è accompagnato da tre giovani esemplari “sub-adulti”, di cui “abbiamo la certezza che possano vivere senza la madre”, ha commentato l’assessore competente Roberto Failoni. Il Tar di Trento aveva bloccato l’abbattimento perchè “senza alcuna possibile alternativa e, allo stato, senza un accertamento definitivo dell’effettiva riconducibilità dell’aggressione all’orsa nominata Kj1”. Fugatti è quindi tornato alla carica con una nuova ordinanza che questa volta produce i risultati dei test condotti nei laboratori della Fondazione Mach di San Michele all’Adige sui campioni biologici del plantigrado raccolti dal Corpo forestale provinciale sul luogo dell’aggressione: c’è la certezza che sia proprio Kj1 la responsabile, è indicato. Gli animalisti insorgono e annunciano nuovi ricorsi al Tar. “Con il pretesto dei danni al turismo, che sono piena ed esclusiva responsabilità dello stesso Fugatti a causa delle mancate opere di informazione e messa in sicurezza dei sentieri da parte sua – afferma Massimo Vitturi della Lav – si chiariscono le reali volontà del presidente della Provincia di Trento: fare strage di tutti gli orsi che la stessa Provincia ha portato in quel territorio più di vent’anni fa”. Sul sentiero di guerra anche l’Enpa, secondo cui pure “il secondo provvedimento emanato contiene evidenti vizi di forma e di sostanza, giacché, pur individuando in Kj1 l’animale coinvolto nell’incidente di Dro, non fornisce particolari esaustivi sulla dinamica”. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) sostiene che si tratta “di una mamma orsa di 22 anni, la più anziana del Trentino, con i cuccioli al seguito, che nella sua vita non ha mai creato alcun problema”. Dalla parte dell’orsa si schiera poi la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente. “Darò battaglia in ogni sede opportuna per fermare questa ossessione dei politici trentini per gli orsi”, annuncia, avvertendo che “non può e non deve ripetersi il caso dell’orso M90, abbattuto in contemporanea con l’emissione del decreto che lo condannava a morte, per impedire alle associazioni animaliste di presentare ricorso. Tanto più che Kj1 è una mamma che si muove con tre orsacchiotti: la sua uccisione metterebbe a serio rischio anche la loro sopravvivenza”. (Ansa)
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