Circa 160 globicefali spiaggiati in Australia, 31 sono morti

Circa 160 globicefali si sono spiaggiati oggi sulla costa occidentale dell’Australia. Un centinaio sono tornati in mare mentre 31 sono morti sulla riva. Il ricercatore marino Ian Wiese si è unito a centinaia di volontari che hanno contribuito a salvare le balene a Toby’s Inlet, vicino alla città turistica di Dunsborough. Wiese stava lavorando da un’ora per mantenere in vita più di 200 balene quando all’improvviso molti di loro si sono messi a nuotare verso il mare aperto. “Ce n’erano più di 200 lungo la spiaggia qui e proprio nelle vicinanze e ce ne sono 31, credo, deceduti, ma il resto è scappato, è una storia incredibile”, ha detto Wiese all’Australian Broadcasting Corp. Il Western Australia Department of Biodiversity, Conservation and Attractions deve ancora confermare i salvataggi. Una squadra di agenti della fauna selvatica, scienziati marini e veterinari era già arrivata sulla scena e aveva segnalato 26 morti tra un massimo di 160 spiaggiati.

People walk near whales stranded on a beach at Toby’s Inlet, Dunsborough, Australia (ph. Dunsborough and Busselton Wildlife Care/Reuters)

TRA LE CAUSE DEGLI SPIAGGIAMENTI ANCHE IL RUMORE SOTTOMARINO PRODOTTO DALL’UOMO

“Purtroppo l’esito degli spiaggiamenti di globicefali non è generalmente buono, abbiamo un numero elevato di animali che finiscono per morire”, ha detto l’ufficiale regionale per la fauna selvatica Pia Courtis. A luglio, quasi 100 globicefali sono morti o sono stati soppressi dopo un tentativo di salvataggio durato due giorni in uno spiaggiamento di massa sulla spiaggia di Cheynes, vicino all’ex stazione baleniera di Albany, 355 chilometri a sud-est di Dunsborough. Dunsborough si trova a 285 chilometri a sud di Perth, la capitale e la città più grande dello stato dell’Australia Occidentale.  Gli scienziati non sanno cosa causa lo spiaggiamento delle balene, anche se sembra che i loro sistemi di localizzazione possano essere confusi dalle spiagge sabbiose in leggera pendenza. Le teorie includono che stiano evitando predatori come le orche assassine, che stiano seguendo un leader non più lucido a causa di una malattia o anche che il rumore sottomarino prodotto dall’uomo possa interferire con la loro navigazione.

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