Cinquantamila cinghiali da abbattere nel Lazio l’anno prossimo, il doppio del 2021-2022. E’ quanto prevede il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana. La regione inoltre sottolinea che gli abbattimenti riferiti alla stagione venatoria 2021-2022 rappresentano circa il 30 % della popolazione di cinghiali presente sul territorio. L’obiettivo del piano triennale quindi è attenuare il rischio di introdurre la malattia in territori indenni. Quello che spaventa della Psa, letale per i suidi – non esistono nè cure nè vaccini – ma innocua per l’uomo, è il rischio di un impatto economico rilevante sul settore degli allevamenti e sulla produttività del settore agricolo. A Roma è successo: la settimana scorsa due maiali di un piccolo allevamento sono stati trovati positivi. In Lazio i casi sono 32 complessivi, di cui 5 riscontrati ieri dall’Istituto Zooprofilattico su carcasse di animali all’interno della zona perimetrata dal 5 maggio, giorno del primo animale malato. Tra Piemonte e Liguria i numeri sembrano meno mossi anche se oggi si registra il 33° comune interessato dai casi – Serra Riccò, provincia di Genova – e salgono a un totale di 146 le positività accertate da inizio gennaio, 91 in Piemonte e 55 in Liguria, tutti in carcasse di cinghiali.
ANIMALISTI CONTRO IL RICORSO AI FUCILI: LA POSIZIONE DI ENPA E OIPA
Gli animalisti non vogliono sentir parlare di abbattimenti. Per Oipa, Organizzazione internazionale protezione animali, il piano del Lazio “è un provvedimento esecrabile e miope che preferisce la caccia, il sangue, a ogni soluzione etica. Si fa fuoco su esseri viventi senza neppure ascoltare la scienza”. E cita gli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), secondo i quali “la caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa”. Anche per Ispra è importante sospendere qualsiasi tipo di attività venatoria nella zona infetta da Peste suina africana poiché si tratta di “attività che comportano un duplice rischio: la movimentazione di cinghiali potenzialmente infetti sul territorio e la diffusione involontaria del virus attraverso calzature, indumenti, attrezzature e veicoli”. Mentre Enpa accoglie “con soddisfazione l’introduzione della sperimentazione del GonaCon, il vaccino immunocontraccettivo a somministrazione orale, prevista grazie ad un emendamento della senatrice Loredana De Petris(Leu) nell’ultima legge di bilancio, ma allo stesso tempo esprime enorme preoccupazione per le modalità scelte che rischiano di vanificare una battaglia di grande valenza scientifica che vede Enpa in prima linea da anni”.
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