“È sempre più evidente che per tutelare i mari e le riserve di cibo dobbiamo decisamente cambiare le abitudini: pescare meno e meglio, coltivare alghe e più molluschi. Un salto culturale in cui Slow Food deve assumere un ruolo guida coinvolgendo pescatori, allevatori, cuochi e consumatori”. Massimo Bernacchini, del Comitato esecutivo di Slow Food Italia, ha sintetizzato così i quattro giorni di lavori dei delegati internazionali della rete di Slow Fish e del Comitato scientifico che si sono confrontati fino a ieri al Porto Antico di Genova.
MENO TONNO, SPADA E PESCE AZZURRO – PIU’ BIVALVI, CROSTACEI, PLANCTON E ALGHE
“Per affrontare in modo sostenibile l’aumento della popolazione mondiale mantenendo un mare ancora ricco dobbiamo puntare alla parte inferiore della catena alimentare, evitando i pesci che si trovano all’apice, come tonno o pesce spada, che tra l’altro contengono un’elevata quantità di contaminanti, a favore di bivalvi, crostacei, plancton e alghe, potenzialmente molto abbondanti”, è il messaggio del Comitato scientifico di Slow Fish. La manifestazione ha riunito a Genova pescatori, trasformatori, esperti e aziende. “E’ fondamentale ridurre la pesca di pesce azzurro utilizzato per produrre i mangimi necessari per l’ acquacoltura: è molto meglio imparare a mangiarlo e prepararlo recuperando le specie e le ricette conosciute bene dai nostri nonni”. (nella foto sopra un’acciuga)