Tracce di glifosato a Milano nel 2017 e a Bologna nel 2018, mentre tra dieci metalli pesanti ricercati nell’ambiente a Torino, Milano, Bologna e Potenza i più riscontrati dalle api sono stati cromo, vanadio, nichel e ferro, seguiti da piombo, rame e zinco. È quanto emerge da un’attività di monitoraggio ambientale condotta in quattro città italiane nell’ambito di “Api e Orti Urbani”, i cui risultati sono stati presentati oggi a Bologna, a Fico Eataly World. Il progetto – su iniziativa, tra gli altri, di Conapi-Mielizia, Legambiente, Università di Bologna, Beeing e Kaeser – voleva studiare il ruolo delle api come ‘bioindicatore’ ambientale e si è concentrato nel 2017 in alcuni orti urbani di Bologna, Milano e Potenza, cui nel 2018 si è aggiunta Torino.
GLI ALVEARI POSIZIONATI NEGLI ORTI IN ESTATE E CONTROLLATI IN AUTUNNO
Negli orti sono stati collocati alcuni alveari che, dall’estate all’autunno sono stati controllati tramite rilievi, prelievi e analisi di laboratorio per valutare lo stato di salute dell’ambiente circostante. I risultati conseguiti, precisano i promotori del progetto, devono essere considerati soltanto dimostrativi delle potenzialità di questo metodo di monitoraggio ambientale a causa del limitato numero di postazioni (solo una in ogni città) e di prelievi compiuti (solo due per ogni anno). Sulle due grandi famiglie di contaminanti ricercate – pesticidi e metalli pesanti – i ricercatori hanno però tratto alcune considerazioni. Durante il periodo dell’indagine, spiegano, il livello di mortalità delle api non ha mai superato la soglia critica e quindi non è stato necessario procedere all’analisi chimica delle api morte.
MILANO E TORINO RISULTANO PIU’ CONTAMINATE DI BOLOGNA E POTENZA
L’esame dei residui sui campioni di api ‘bottinatrici’ vive e di miele ‘giovane’ ha messo invece in evidenza, rispetto agli oltre 400 principi attivi ricercati, solo la presenza di tracce di glifosato a Milano nel 2017 e a Bologna nel 2018. Quanto ai metalli pesanti il 38,15% delle determinazioni analitiche mostrava valori più bassi rispetto a quelli di riferimento; mentre il 35,19% mostrava valori superiori. Il 26,67% rimanente si è collocato a un livello intermedio. In generale Milano e Torino sono risultate più contaminate rispetto a Bologna e Potenza, anche se in queste ultime due città gli orti oggetto dell’indagine erano situati in periferia. (Ansa)
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