Dopo Zhong Zhong e Hua Hua, le prime scimmie clonate nel 2018 con la tecnica della pecora Dolly, sono nati i primi cloni di animali portatori di malattie. Sono 5 scimmie insonni, ottenute in Cina riprogrammando cellule di animali geneticamente modificati con la tecnica Crispr/Cas9, il cosiddetto taglia-incolla del Dna. La ricerca, pubblicata ieri su National Science Review, permetterà di studiare malattie finora impossibili da riprodurre in laboratorio, dall’insonnia con i suoi effetti di ansia e depressione ad alcune malattie neurodegenerative. Inoltre questo approccio promette di ridurre costi e tempi delle sperimentazioni e diminuire il numero di animali impiegati. L’Accademia cinese delle Scienze di Shanghai ci tiene anche a far sapere che la procedura rispetta le norme internazionali del benessere animale. Ma gli animalisti restano critici.
LO SCIENZIATO: RISULTATO IMPORTANTE
“E’ un risultato molto importante – sottolinea il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, a Rainews24 – perché finora non abbiamo mai avuto modelli animali adatti a studiare malattie multifattoriali: pensiamo ad esempio agli insuccessi registrati negli esperimenti fatti sui topi contro l’Alzheimer”. Per questo genere di malattie complesse servono animali più simili all’uomo, con la stessa anatomia e la stessa fisiologia, e non bastano neppure le cellule in provetta. L’alterazione dei ritmi circadiani che le scimmiette hanno “ereditato” grazie alla genetica servirà a studiare cure al passo con i moderni stili di vita. Novelli rimarca, infine, come i dati dell’Accademia delle Scienze siano trasparenti e a disposizione della comunità scientifica internazionale e come siano stati rispettati i protocolli etici.
LA REAZIONE DI LAV
“Quando capiremo che la vita non è un gioco? Questa non è scienza e nemmeno un passo avanti per la salute dell’uomo. È solo follia, l’uomo non è una macchina dove a un gene corrisponde una risposta, siamo organismi complessi che rispondono a una somma di fattori, spesso anche di origine ambientale. Questo approccio riduzionista è scientificamente sbagliato e fuorviante e appartiene all’800”, afferma Michela Kuan di Lav. “Chiediamo che su questo nuovo esperimento di clonazione vengano resi noti anche i fallimenti e i costi complessivi”. Bisogna, infatti, ricordare che gli esperimenti di clonazione hanno una elevata percentuale di insuccesso e determinano chissà quanti embrioni, feti e cloni malati e poi soppressi, dei quali però non viene data notizia.
LA REAZIONE DI ENPA
La clonazione delle scimmie “insonni”, avvenuta in Cina, danneggia la fiducia dell’opinione pubblica nella scienza. Lo afferma l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) secondo cui la clonazione “rappresenta la prova più lampante dell’inutilità, oltreché della crudeltà, della sperimentazione sugli animali”. L’Ente osserva che “equiparare – con un vero salto di specie – l’insonnia delle scimmie a quella dell’uomo, ma anche ridurre le disfunzioni del ciclo circadiano ai soli fattori genetici, è una fuorviante semplificazione a danno di quei fattori psicologi, affettivi, culturali e ambientali che, spesso, sono i principali responsabili dei disturbi del sonno”. (foto Chinese Academy of Sciences/Reuters)