Può una donna inglese lasciare l’eredità agli animalisti e non alla figlia? La Corte Suprema dice “yes”

Nessun aumento della quota di eredità per una donna britannica ai limiti della sopravvivenza, lasciata con le ‘briciole’ del patrimonio della madre defunta che ha deciso di lasciare tutto a enti animalisti.  Lo ha deciso la Corte Suprema del Regno Unito in una sentenza – favorevole al rispetto delle ultime volontà della defunta e alle associazioni indicate come beneficiarie – destinata a far discutere. La vicenda giudiziaria andava avanti da una dozzina d’anni. Era iniziata alla morte nel 2004 di Melita Jackson, che nelle sue ultime volontà lasciava buona parte dei suoi beni (a partire da una proprietà del valore di quasi mezzo milione di sterline) a tre associazioni per la tutela degli animali. Ignorando completamente la figlia messa alla porta quando aveva 17 anni per un fidanzato non gradito (divenuto poi marito) e con cui i rapporti non si erano più ricuciti. A quest’ultima, Heather Ilott, erano in seguito state assegnate d’autorità, in quanto erede legittima, non più di 50mila sterline. Di qui il ricorso, in nome del principio di equità previsto dall’Inheritance (Provision for Family and Dependants) Act britannico. Ricorso riconosciuto come fondato nel 2015 dalla Corte d’appello, che aveva elevato a 160mila sterline la quota di eredità a beneficio della figlia, che ha ormai superato i 60 anni, ha cinque figli, non ha una pensione e vive di assistenza sociale pubblica. Troppo, secondo gli animalisti, che si sono rivolti all’ultima istanza di giudizio, la Corte Suprema, dove hanno avuto infine oggi partita vinta, come riferisce la Bbc, sulla base della volontà di ‘punire’ Heather apertamente manifestata dalla cara estinta: la somma concessa alla Ilott torna così a 50mila sterline; il resto va alla protezione di uccelli, cani e gatti. (Ansa)