Il declino delle popolazioni di insetti importanti per l’impollinazione delle colture agricole, come api e farfalle, rappresenta un rischio per l’agricoltura in tutto il mondo. Lo sottolinea l’organismo Onu per la biodiversità, la Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi agli ecostistemi (Ipbes). “I numeri, la distribuzione e la diversità delle popolazioni di api selvatiche e farfalle sono in diminuzione su base locale e regionale in Europa nordoccidentale e in Nordamerica” si legge nel rapporto del gruppo. Il declino è stato rilevato anche in altre aree del globo e le possibili cause sono la perdita di habitat, i pesticidi, l’inquinamento, le specie invasive, i patogeni e il cambiamento climatico. Il rapporto dell’Ipbes, nata nel 2012 sotto gli auspici Onu per valutare lo stato degli ecosistemi e la biodiversità, non dichiara una vera e propria minaccia alle forniture alimentari globali, ma sottolinea l’importanza di proteggere gli insetti impollinatori per garantire una produzione stabile di frutta e verdura. Si pensi che – secondo il rapporto di Bbc Earth, di cui abbiamo scritto qui su 24zampe – il solo lavoro di impollinazione compiuto dalle api “vale” più di 140 miliardi di euro per l’economia globale. L’impollinazione animale è direttamente responsabile di una quota tra il cinque e l’otto per cento del volume della produzione agricola, tra i 235 e i 577 miliardi di dollari di produzione annuale. Più di tre quarti dei “principali tipi di colture alimentari globali” si fondano sull’impollinazione animale per la resa e la qualità, si legge nel rapporto. “Le specie dipendenti dagli impollinatori comprendono le colture di molti frutti, vegetali, semi, noci e olii che forniscono una grossa proporzione di micronutrienti, vitamine e minerali nella dieta umana” afferma l’Ipbes. (Dire/Afp)
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