L’ecosistema della faggeta appenninica diventa uno dei “magnifici quattro” del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise, insieme con l’orso, il camoscio e il lupo. E così lo storytelling si impone anche nel mondo della natura: il risultato è la nascita de “Il battito della foresta”, un progetto di promozione del Parco. L’idea è di seguire la foresta nell’arco delle quattro stagioni, documentando i cambiamenti di vegetazione e specie animali. Il progetto è nato dopo la “scoperta” nel Parco della faggeta vetusta della Val Cervara a Villavalelonga, fatta dall’Università della Tuscia.
Successivamente sono state individuate altre foreste vetuste situate nei Comuni di Pescasseroli, Lecce nei Marsi e Opi. Ora, al processo di candidatura di queste faggete vetuste del Pnalm come Patrimonio Mondiale dell’Umanità – un riconoscimento che va ben oltre l’interesse dei soli addetti ai lavori – si è affiancato il progetto “Il battito della foresta”, curato da Bruno D’Amicis, nell’ambito del quale il fotografo naturalista si è impegnato a produrre materiale fotografico, video e multimediale di alta qualità per documentare e promuovere l’ambiente di faggeta attraverso vari media, e con un sito ad hoc, sia in Italia sia all’estero.
Obiettivo è quello di dare la massima divulgazione, attraverso la composizione di storie accattivanti, ai valori che queste foreste rappresentano, raccontando in modo facile anche gli aspetti scientifici spesso poco compresi dal grande pubblico. Sapere che a due passi da grandi città come Napoli e Roma esistono ancora boschi di oltre 500 anni di età popolati da animali come l’orso marsicano rappresenta qualcosa di straordinario. Inoltre l’Abruzzo può fregiarsi del fatto che annovera fra la sua fauna selvatica alcuni degli animali più rari d’Europa: i grandi predatori, oltre ai lupi e orsi, sono linci e aquile. Che da secoli condividono uno spazio comune con gli uomini: le montagne. Maggiori informazioni sul sito del parco, qui.