Nuovi più recenti studi, invece, hanno dimostrato che, molto più semplicemente, quando il cibo è scarso, gli orsi muoiono di fame (nella foto di Mike Lockhart del U.S. Geological Survey/AP, un orso nella regione del Beaufort Sea, in Alaska).
Gli orsi polari non sono in grado di adattare il loro comportamento e le loro abitudini così da poter far fronte alla carenza di cibo derivante da estati sempre più calde nell’Artico. Le prime ricerche avevano fatto pensare che, se privati delle loro prede, i plantigradi sviluppassero un sistema di sopravvivenza al rallentatore, una sorta di “letargo mobile”, conseguenza di un’alimentazione ridotta.
La dieta degli orsi polari è costituita prevalentemente da foche, il cui numero è in costante diminuzione a causa della ridotta estensione del loro territorio, dovuto allo scioglimento dei ghiacci.
“Il loro metabolismo è molto simile a quello di altri mammiferi, piuttosto che a quello di animali che vanno in letargo”, ha spiegato John Whiteman dell’University del Wyoming, alla guida del gruppo di ricercatori. “Se noi o voi non mangiassimo per settimane, i risultati dei nostri test sarebbero simili a quelli degli orsi”, si spiega nella ricerca, pubblicata su Science e citata dalla Bbc.
Oltretutto gli orsi sono costretti per procacciarsi il cibo a trascorrere più tempo in acqua nuotando, piuttosto che camminando sul ghiaccio, e questo determina un maggiore consumo di energie.