Si ghiaccia la riserva di Fucecchio: cereali per nutrire gli uccelli

Distribuiti quintali di miscele di cereali (orzo, mais, sorgo e altro) per offrire un aiuto alle migliaia di uccelli che svernano nella Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, 1800 ettari tra le provincie di Firenze e Pistoia. L’intervento è stato effettuato, come da protocollo tecnico, dopo che per 10 giorni consecutivi la maggior parte della superficie è stata ghiacciata. In tali condizioni per molti uccelli che si alimentano prevalentemente in acqua e nelle ore notturne, come le varie specie di anatre selvatiche, diviene molto difficile reperire cibo e, si spiega, diventa corretto intervenire per fornire un aiuto. A tale scopo, in aree dove abitualmente gli uccelli si concentrano, si va a rompere la lastra di ghiaccio e si getta il cibo in acque basse (dove comunque non sarà accessibile a cinghiali e ratti). Anche il mantenimento di una opportuna circolazione idrica all’interno delle aree contribuisce ad offrire spazi risparmiati dalla morsa del ghiaccio. In assenza di tali condizioni, si spiega ancora, non è corretto alimentare artificialmente gli animali selvatici, ma l’attenzione deve essere posta essenzialmente nel creare e mantenere habitat idonei, dove la fauna, nelle sue diverse componenti, può trovare cibo e rifugio. L’area, che rappresenta la più grande palude interna italiana, è aperta e dotata di strutture per la visita che comprendono anche tre osservatori faunistici, uno dei quali realizzato tramite la riconversione di uno dei caratteristici casotti del Padule.

  • Maria Pia |

    Non è buffo che da una parte c’è chi si adopera per salvargli la vita e dall’altra chi non vede l’ora di ucciderli. Chi vincerà?
    Per ironia della sorte la natura trova sempre un modo per avere il sopravvento mentre l’uomo, chissà, forse è destinato a estinguersi facendo tutto con le proprie mani.

  • Maria Pia |

    Non è buffo che da una parte c’è chi si adopera per salvargli la vita e dall’altra chi non vede l’ora di ucciderli. Chi vincerà?
    Per ironia della sorte la natura trova sempre un modo per avere il sopravvento mentre l’uomo, chissà, forse è destinato a estinguersi facendo tutto con le proprie mani.

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