Pet therapy in rianimazione: il cane Prince contro lo stress da ricovero

Si chiama Prince, è un cucciolo di Golden retriever e sta studiando in una scuola di addestramento per poter lavorare nella Terapia intensiva dell’ospedale di Treviglio-Caravaggio in provincia di Bergamo. Dopo un periodo di inserimento nell’ambiente ospedaliero, entro fine anno sarà operativo a contatto con i pazienti per ridurre lo stress da ricovero in rianimazione e incentivare esercizi fisioterapici spontanei come le carezze. E’ il progetto ‘Dog for Smile’, annuncia l’Asst Bergamo Ovest: “Il primo in Lombardia e il secondo in Italia che introduce un cane in corsia a supporto delle cure per i pazienti in terapia intensiva”. Al fianco di Prince ci sarà la sua proprietaria Silvia Zambelli, dirigente anestesista. “Migliorare e accelerare il recupero delle funzioni motorie, cognitive ed emozionali dei pazienti critici”. Questo l’obiettivo che ha spinto l’azienda socio sanitaria territoriale Bergamo Ovest ad affiancare alle terapie mediche tradizionali anche terapie complementari. Questo perché “i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono particolarmente vulnerabili ed esposti a disturbi cognitivi, affettivi e comportamentali che, pur riconoscendo una patogenesi multifattoriale, sono anche correlati alle diverse esperienze emozionali vissute durante la degenza”, spiegano dall’Asst.

PROGETTO PILOTA IN UNO DEI SETTORI PIU’ CRITICI

“La Società italiana di anestesia e rianimazione – sottolinea Zambelli – ha pubblicato uno studio scientifico in cui risulta evidente l’efficacia degli interventi assistiti con animali nel setting della terapia intensiva, raccogliendo dati sulla modificazione dell’attività elettrica elettroencefalografica, variazione di frequenza cardiaca e pressione arteriosa, saturazione di ossigeno, livelli salivari di cortisolo, ossigenazione celebrale prefrontale e scala di valutazione del dolore. Per questo motivo, certa della buona iniziativa, ho deciso di intraprendere con Prince un percorso di addestramento specifico, affinché possa portare supporto a tutto il reparto, diretto dal dottor Claudio Savi, in cui ho l’onore di lavorare”. “Non si può parlare di reale umanizzazione – dichiara il direttore generale dell’Asst Bergamo Ovest, Giovanni Palazzo – se non si garantisce massima attenzione ai settori più critici per i pazienti e familiari. Le terapie intensive rappresentano un luogo di particolare complessità, anche emotiva, con ricoveri spesso lunghi e con pesanti ripercussioni psicomotorie. Abbiamo quindi la responsabilità di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione. Sono sicuro che il nostro nuovo dipendente a 4 zampe sarà un valido supporto nei percorsi di cura dei nostri pazienti e garantirà con la sua presenza attimi di leggerezza anche ai familiari ed ai nostri professionisti”. Il direttore sanitario Antonio Manfredi esprime soddisfazione e ringrazia “il personale medico che prenderà parte al progetto pilota che permetterà al nostro ospedale di potersi distinguere, ancora una volta, per l’innovazione nei servizi offerti con un’attenzione a una particolare tipologia di pazienti”. (Adnkronos Salute)

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