La “vespa di Troia” salverà le api?

Una micro-antenna (tag trasponder), il cui segnale viene rimbalzato a un radar armonico, posizionata sul dorso del calabrone asiatico (conosciuto come “vespa velutina”) e fissata con colla ortodontica trasformerà il killer delle api in un cavallo di Troia che potrà annientare i nidi del pericoloso insetto inserito nella black list delle specie la cui diffusione, in Europa, deve essere controllata e contenuta. E’ il dispositivo ideato da Marco Porporato (project leader) e Simone Lioy (project manager) del dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell’Università di Torino che per realizzarlo si sono avvalsi delle competenze di Riccardo Maggiora e Daniele Milanesio del dipartimento di Elettronica del Politecnico torinese. Una “vespa di Troia” finanziata dall’Ue come progetto Life StopVespa, che ha come finalità il contenimento delle popolazioni di vespa velutina con il contrasto alla diffusione della specie. Il team di ricercatori ieri era al lavoro a Calvo, frazione di Ventimiglia. E’ l’imperiese, infatti, l’area maggiormente colonizzata dal calabrone asiatico. Nella sola stagione 2018 sono stati individuati e distrutti 600 nidi. “Si parte dalla cattura del calabrone con un retino – spiega Porporato – poi gli si incolla sul dorso l’antenna che consente di tracciarne il volo”. E’ l’insetto, diventato ‘spia’, a indicare agli esperti dove si trova il nido in modo che questo possa essere neutralizzato. Un sistema di caccia iper-tecnologico, che si basa, spiega Maggiora, “su un tag costituito da piccolo filo di rame dal diametro di 0,25 mm e da un diodo. Il filo di rame implementa l’antenna, la quale riceve il segnale a 9 gigahertz e lo ritrasmette a frequenza doppia mentre il diodo agisce all’interno del trasponder come moltiplicatore di frequenza”.

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