Animalisti ricorrono e il Tar Liguria salva i cinghiali “urbani” di Genova: illegittimo l’abbattimento

AGGIORNAMENTO DELLE 23.05 IN CODA – ASSESSORE GENOVESE: “ABBATTIMENTI SOLO IN CASI ESTREMI”

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E’ illegittima l’ordinanza con cui il Comune di Genova lo scorso settembre ha disposto in via straordinaria la rimozione e l’abbattimento dei cinghiali nell’ambito urbano, “a cura del personale preposto alla vigilanza faunistico-venatoria, coadiuvato, qualora possibile, dal personale della polizia municipale”. Lo ha stabilito una sentenza del Tar della Liguria, che ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Oipa Italia Onlus, organizzazione internazionale di protezione animali dotata di un nucleo di guardie zoofile a Genova, assieme alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, contro il Comune del capoluogo ligure. “Esiste la possibilità di fronteggiare la situazione di pericolo con i mezzi ordinari predisposti dall’ordinamento e quindi non ci sono i presupposti per l’adozione del contestato provvedimento straordinario del Comune di Genova. Nell’ordinamento della Regione Liguria sono previste apposite norme per fare fronte all’emergenza collegata alla presenza della fauna selvatica e, in particolare, dei cinghiali”. Così il Tar della Liguria motiva la sentenza con cui ha annullato parzialmente l’ordinanza del Comune di Genova per la rimozione dei cinghiali in ambito urbano. La legge regionale stabilisce che “gli interventi di controllo della fauna selvatica effettuati in ambito urbano avvengono previa ordinanza prefettizia o sindacale, con la presenza ed il coordinamento di agenti od ausiliari di pubblica sicurezza”, spiega il Tar. “Nel caso in esame non c’è l’impossibilità di fronteggiare” la situazione “con gli strumenti ordinari”. L’ordinanza “ordinaria” richiede che gli interventi di controllo della fauna selvatica effettuati in ambito urbano avvengano sempre con la presenza e il coordinamento di agenti o ausiliari di pubblica sicurezza. Nel caso di abbattimenti in ambito urbano, inoltre, si impone la presenza e il coordinamento di agenti di pubblica sicurezza. Per tali ragioni, il provvedimento impugnato è illegittimo e merita di essere annullato nella parte in cui dispone la “rimozione” degli ungulati rinvenuti nell’ambito urbano. La presente pronuncia non impedisce al Comune di rideterminarsi in materia mediante gli strumenti ordinari e con l’adozione delle cautele previste dalla legge”. (Ansa, nella foto un cinghiale nel parco dell’ospedale Galliera, in pieno centro città)

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AGGIORNAMENTO DELLE 23.05 – ASSESSORE GENOVESE: “ABBATTIMENTI SOLO IN CASI ESTREMI”

“Prendiamo atto della decisione dei giudici del Tar e aspettiamo di leggere il dispositivo della sentenza per decisere cosa fare”. Così l’assessore al Benessere degli Animali del Comune di Genova Matteo Campora alla bocciatura del Tar dell’ordinanza della giunta Bucci che permette di abbattere i cinghiali in ambito urbano. “La nostra ordinanza, firmata non a caso anche dall’assessore alla Sicurezza Stefano Garassino, non lascia il via libera all’uccisione indiscriminata dei cinghiali, ma prevede solo che si possano abbattere anche in città, nel caso rappresentino un pericolo per i cittadini. Detto questo, se il Tar decide che non si possono mai uccidere, mi viene da pensare che manleva noi amministratori dalla responsabilità nel caso i cinghiali provochino danni a cose e persone, come è già successo più volte in città”. Campora aggiunge: “La nostra ordinanza è nata anche per agevolare il lavoro degli agenti della polizia regionale, chiamati ad intervenire per fronteggiare la presenza dei cinghiali in città”. Il problema dei cinghiali che passeggiano pericolosamente per le vie di Genova è un’emergenza che dura da anni: i cinghiali hanno invaso giardini pubblici, cortili dell’Università, viali di ospedali e sono stati avvistati anche sul lungomare di Corso Italia. In alcune parti della città (Valbisagno e Righi), la loro presenza non fa più notizia. Gli abbattimenti da parte dei poliziotti sono stati rarissimi. Gli animalisti invece chiedono da sempre che gli ungulati urbani vengano catturati e liberati nell’entroterra, anche se una norma nazionale prevede che in caso di cattura in città debbano essere abbattuti. (Ansa)