La sesta estinzione di massa è già in atto: in un secolo gli animali si sono dimezzati

A 65 milioni di anni dalla scomparsa dei dinosauri, la Terra sta vivendo una nuova estinzione di massa, la sesta della sua storia. La perdita di biodiversità in atto, finora stimata solo in base alle specie estinte, appare ancora più grave del previsto se si tiene conto del calo vertiginoso avuto a livello di individui e popolazioni che formano le specie. “La mappa disegnata dallo studio mostra che in un tempo storico brevissimo, di circa un secolo, abbiamo perso quasi il 50% degli esemplari. Può sembrare un numero enorme, difficile da credere – spiega Maurizio Casiraghi, professore associato di zoologia all’Università di Milano-Bicocca – ma rispecchia una sensazione che abbiamo tutti. Quando mi recai per la prima volta in Kenya e Tanzania nel 1990, vidi distese di gnu e antilopi, tante zebre quanti piccioni in piazza Duomo: quando sono tornato negli stessi luoghi, l’anno scorso, non c’era più niente. La differenza è stata impressionante”. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) dai biologi dell’Università di Stanford e dell’Università nazionale autonoma del Messico. I ricercatori hanno messo sotto la lente ben 27.600 specie di uccelli, anfibi, mammiferi e rettili (un campione rappresentativo della metà delle specie note di vertebrati terrestri) e hanno analizzato in dettaglio anche la perdita di popolazione su 177 specie di mammiferi tra il 1900 e il 2015. I dati raccolti dimostrano che oltre il 30% delle specie di vertebrati si sta riducendo per numero di individui ed espansione geografica. I mammiferi, in particolare, hanno perso almeno il 30% della loro estensione geografica, mentre più del 40% delle specie ha subito un grave declino di popolazione. I più colpiti sono soprattutto i grandi mammiferi del sud-est asiatico, che hanno perso più dell’80% della loro espansione geografica. “Questo è il preludio alla scomparsa di molte più specie e al declino di sistemi naturali che hanno reso possibile la nostra civiltà”, concludono i ricercatori. (nella foto Reuters/Mathieu Belanger, una tigre siberiana, specie classificata “endangered”)