Chi semina la savana? Ci pensano gli elefanti, che trasportano i semi anche per 65 km

Semina da record per gli elefanti della savana: dopo aver mangiato i frutti delle piante che incontrano lungo il cammino, sono capaci di disperderne i semi fino ad una distanza di 65 chilometri, dando così un contributo fondamentale alla conservazione della biodiversità del loro ecosistema. Lo dimostra una ricerca pubblicata sulla rivista Biotropica dall’ecologa Katherine Bunney dell’università sudafricana di Pretoria. La ricercatrice ha cominciato il suo studio esaminando attentamente le funzioni fisiologiche di quattro elefanti che vivevano in un rifugio vicino al Kruger National Park in Sud Africa: in questo modo ha verificato che la maggior parte dei semi ingeriti con la frutta impiega 33 ore di tempo per percorrere i 20 metri dell’apparato digerente dei pachidermi ed essere eliminata attraverso le feci, mentre piccole quantità di semi ‘ritardatari’ possono impiegare fino a 96 ore. Per completare il quadro, la ricercatrice ha stimato le distanze percorse dai giganti della savana analizzando i dati raccolti per otto anni su 38 elefanti muniti di radiocollare all’interno del Greater Kruger National Park. Dall’incrocio dei dati, è emerso che ciascun elefante semina la metà dei semi ingeriti ad una distanza di 2,5 chilometri, mentre l’1% dei semi può essere trasportato ad oltre 20 chilometri di distanza. In casi estremi, i semi possono essere trasportati anche a 65 chilometri, ad esempio quando l’elefante maschio si sposta in cerca di una partner. Nel processo di disseminazione, meglio di lui possono fare solo gli uccelli migratori, che disperdono i semi anche a 300 chilometri di distanza. Gli elefanti della foresta si fermano a 6 chilometri, i cercopitechi verdi arrivano a 850 metri, mentre le formiche fanno a mala pena un metro. Si ritiene che anche i pesci disseminino, per esempio con l’ingestione delle “olive marine”, frutti delle posidonie.