Il Consorzio vini di Cortona chiede a Remaschi di fermare le devastazioni dei cinghiali

Emergenza ungulati in vigna. Il Consorzio Vini Cortona, in provincia di Arezzo, lancia un grido di allarme scrivendo all’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi. “A vendemmie quasi finite siamo a tirare le somme e i danni vengono al pettine”, spiega Marco Giannoni, presidente del consorzio che dal 2000 tutela con grandi sforzi l’unica denominazione del territorio. “L‘opera devastatrice di cinghiali, caprioli e anche di storni ci sta mettendo in ginocchio. La popolazione di queste specie è ben superiore a quella che il territorio può sostentare”.
I DANNI DI CINGHIALI E DAINI
I produttori spiegano che i cinghiali oltre al danno diretto, mangiare o rovinare l’uva, spesso distruggono in maniera grave anche la pianta. I caprioli, oltre al frutto, brucano l’apparato fogliare compromettendo la qualità dell’uva e la vita della pianta. La soluzione di recinzioni non è economicamente praticabile e spesso nemmeno realmente risolutiva. Tre mesi fa anche Avito, l’associazione che riunisce tutti i consorzi vinicoli della Toscana, ha lanciato un identico appello a Remaschi. E questo a pochi mesi dall’approvazione di una legge obiettivo contro l’emergenza ungulati in Toscana (che sono quattro volte superiori alla media nazionale e causano ingenti danni all’agricoltura regionale), che però ancora presenta difficoltà a essere pienamente attuata e partire. Legge anche fortemente avversata dagli animalisti, che a gennaio 2016 hanno lanciato la campagna “Toscana… Rossa come il sangue” che ha portato in piazza migliaia di persone contrarie agli abbattimenti. Ne abbiamo scritto qui e qui su 24zampe. L’attenzione per la vicenda ha fatto il giro del mondo e se ne è occupato anche il New York Times, ne abbiamo parlato qui.
GLI ATTACCHI DEGLI STORNI
Perché oltre agli ungulati le aziende vitivinicole devono vedersela con gli attacchi degli storni. Nuvole di questi volatili oscurano il cielo posandosi sulle viti cibandosi dell’uva con danni addirittura superiori ai cinghiali. Infatti oltre agli acini che mangiano o asportano, rompono la buccia delle bacche da cui parte l’infezione delle malattie crittogame che poi si diffondono. “Siamo coscienti che il problema sia complesso per vari motivi ed interessi, ma siamo altrettanto coscienti che non possiamo rimanere passivi di fronte alla distruzione del nostro sostentamento. Solo nel nostro territorio esistono una trentina di aziende vitivinicole con varie centinaia di addetti, oltre l’indotto. Non è pensabile che un’azienda possa sostenere danni che superano il 30% ogni anno”.
FAUNA PROVOCA MOLTI INCIDENTI, ANCHE MORTALI
I produttori ribadiscono anche che l’emergenza ungulati non è solo legato all’agricoltura ma anche alla sicurezza pubblica, con molti incidenti anche mortali. Il vino a Cortona rappresenta sempre di più un importante indotto economico. Dalla creazione della Cortona Doc le aziende si sono moltiplicate di anno in anno e il settore ha richiamato numerosi investimenti. Attualmente vengono prodotte in media oltre un milione di bottiglie all’anno, mentre il valore economico, con un fatturato medio che supera i 3 milioni di euro. Oltre 500 sono gli addetti ai lavori coinvolti, senza contare l’indotto (tra turismo e aziende artigiane) che rappresenta per questo borgo toscano. A livello di mercati nel 2015 la bilancia è protesa verso l’estero per il 60% circa. Usa, Nord Europa sono i principali mercati, ma sono in crescita il Canada, Brasile, Cina e Giappone. La restante fetta percentuale va in Italia, Toscana, Lombardia e Lazio in particolare.