Allevamenti di polli, “ridotto del 40% l’uso di antibiotici dal 2011”, dice Unaitalia

Nel 2015 il consumo totale di antibiotici negli allevamenti avicoli è stato ridotto del 39,95% rispetto al dato del 2011. Un risultato del Piano nazionale per l’uso responsabile del farmaco veterinario, varato dalle aziende italiane su base volontaria nel 2013 e proseguito in collaborazione con il ministero della Salute dal 2015. Obiettivo, ridurre del 15% (rispetto al dato 2011) il consumo totale di antibiotici entro il 2015, e di arrivare a meno 40% nel 2018. Un obiettivo raggiunto con tre anni di anticipo. A sottolinearlo è Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% delle aziende del settore carni avicole italiane, che ribadisce il contrasto del settore avicolo al fenomeno dell’antibiotico-resistenza, dopo la recente analisi condotta da Altroconsumo, che ha registrato la presenza di batteri resistenti agli antibiotici nella carne di pollo in 25 campioni su 40 (il 63%) dei prodotti acquistati in 20 punti vendita a Roma e altrettanti a Milano. La ricerca ha evidenziato l’elevata resistenza alle cefalosporine di ultima generazione, “al cui uso però il settore avicolo, ha rinunciato fin dal 2009”, scrive l’associazione. Questo “conferma che i batteri resistenti sono ormai largamente diffusi, e quindi non sempre riconducibili alle prassi veterinarie”. “La filiera avicola italiana è impegnata attivamente e con convinzione nel contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza – spiega il presidente di Unaitalia, Aldo Muraro – e la lettura attenta dell’indagine di Altroconsumo ne è una testimonianza autorevole ed imparziale. Come correttamente sostenuto infatti, il problema della resistenza agli antibiotici è globale e multifattoriale e va affrontato con senso di responsabilità, considerando tutti gli aspetti che hanno contribuito in decenni al suo radicamento, come l’uso scorretto o l’abuso del farmaco in medicina umana, la scarsità di nuove molecole, la scarsa igiene negli ospedali, i flussi migratori. Anche l’impiego del farmaco in zootecnia è un aspetto di questo problema”. Inoltre, la somministrazione di antibiotici negli allevamenti avicoli è legata esclusivamente alla presenza di una malattia conclamata ed avviene sotto la responsabilità e il controllo veterinario. Non vengono mai usati per favorire la crescita degli animali, pratica vietata in Europa dal 2006. Inoltre è sempre rispettato il cosiddetto “periodo di sospensione”, cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima che il pollo venga avviato al consumo.

Di antibiotico-resistenza abbiamo già scritto qui, qui e qui su 24zampe.