Sarà il primo paese al mondo senza topi. Il premier neozelandese, John Key, stamattina a Wellington ha dichiarato una guerra totale all’intera razza dei ratti, prefiggendosi l’ambiziosissimo obiettivo di eliminarli tutti, fino all’ultimo esemplare, dal territorio della Nuova Zelanda entro il 2050. Noti per l’eccezionale capacità di adattamento, che ha consentito loro di viaggiare e espandersi in ogni luogo abitato dall’uomo, non sono mai stati amati. Ne sappiamo qualcosa anche da questa parte dell’emisfero terrestre, con i cittadini romani alle prese con un’emergenza-topi che dura ormai da parecchi mesi. Ma nel paese down-under sono soprattutto considerati la causa del rischio estinzione per alcune specie di uccelli, tra cui l’iconico kiwi. “Mentre una volta la più grande minaccia per la nostra fauna selvatica erano il bracconaggio e la deforestazione, ora sono i predatori introdotti. Uccidono 25 milioni di uccelli indigeni all’anno e cacciano le specie autoctone come le lucertole”, ha detto il primo ministro. Nel mirino di Key non solo topi ma anche altri roditori, come ermellini, che come i topi predano le uova degli uccelli nei nidi delle campagne, e opossum, che oltretutto portano tubercolosi bovina, trasmissibile a bovini e cervi. Il governo prevede di investire 28 milioni di dollari neozelandesi (19,5 milioni di dollari) in una nuova joint venture denominata “Predator Free New Zealand” e spera di attirare ulteriori investimenti di aziende private e amministrazioni locali. La Nuova Zelanda conta di vincere le prime battaglie di questa lunga “guerra dei 35 anni”, appena annunciata, eradicando i topi da alcune isole più piccole. Gli scienziati sono prudenti sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo, considerandolo, per quanto lodevole, troppo grandioso. Quella dell’estremo controllo da esercitare sulla natura a salvaguardia dell’habitat della fauna autoctona sembra essere una prerogativa geografica dell’area sud-pacifica: abbiamo scritto qui su 24zampe di un progetto analogo, nella vicina Australia, di sterminare nei prossimi 5 anni 2 milioni di gatti inselvatichiti. Analogamente a quanto succede in Nuova Zelanda, avrebbero causato l’estinzione di decine di specie di piccoli marsupiali tipici dell’outback.