Sversamento di greggio a Genova: moria di pesci e c’è allarme per gli uccelli

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AGGIORNAMENTO DEL 23 APRILE – PARLA IL BIOLOGO: INCIDENTE NON ENORME
“Il mare di Genova è un po’ sfortunato, ma l’incidente che in questa settimana ha portato nelle acque marine circa il 10% delle 500 tonnellate di greggio sversate dopo la rottura dell’oleodotto genovese, per fortuna, non è enorme come quello dovuto all’affondamento della petroliera Haven 1991 o al petrolio dell’Agip Abruzzo portato da Livorno sulle coste liguri sempre lo stesso anno. L’importante per la fauna marina è però che si contenga la situazione e che non si usino additivi e solventi chimici che si sono spesso dimostrati un rimedio peggiore del male'”. E’ quanto ha detto Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dorn di Napoli e docente di biologia marina dell’ Università Politecnica delle Marche. “Al momento – aggiunge Danovaro – i problemi sembrerebbero essere soprattutto per le comunità dei fondali che rischiano di essere soffocate dal petrolio che finisce per posarsi sul fondo. L’impatto del greggio fuoriuscito finora non è gravissimo perché ha colpito una zona che di per sé non è di particolare pregio ambientale ed è già penalizzata dalla prossimità delle aree industriali. Tutto fa pensare che non ci siano pericoli per le zone limitrofe o le aree protette liguri. Come misura precauzionale nella zona interessata e in quelle limitrofe andrebbe sospesa in questi giorni qualsiasi attività di pesca”.
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AGGIORNAMENTI DEL 20 APRILE 2016
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20.50: ARPAL: CHIAZZE DI GREGGIO IN MARE
Chiazze di greggio in mare rilevate dall’Arpal, l’Agenzia regionale di protezione dell’ambiente della Liguria. Sul profilo facebook dell’Agenzia, qui, sono state postate immagini di “tracce di petrolio nel tratto di mare antistante Genova” e “chiazze di greggio all’interno della diga foranea” della città. Continuano le attività di Agenzia a seguito dello sversamento dall’oleodotto in località Fegino, a Genova, avvenuto quasi tre giorni fa. Le immagini (foto sotto) sono state scattate in mattinata, durante il sopralluogo del Commissario e del Direttore Scientifico Arpal, insieme ai tecnici Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ai colleghi di Ente Regione Liguria e di Protezione Civile Nazionale e Regionale, alla Capitaneria di Porto, e nel pomeriggio, durante l’uscita in mare.
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20.45: AZIONE LEGALE DELL’ENPA CHE ANNUNCIA SI COSTITUIRA’ IN GIUDIZIO

L’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) sta predisponendo un’azione legale in seguito al “gravissimo danno ambientale causato dallo sversamento di centinaia di migliaia di litri di petrolio nel torrente Polcevera”. “Ci costituiremo in giudizio per le conseguenze irreparabili subite dalla biodiversità che viveva del torrente: pesci, uccelli acquatici, anfibi, quella rete del vivente ricca e varia che oggi è sostituita da un vero deserto”, afferma l’Enpa, sottolineando che “il disastro del Polcevera conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, la pericolosità delle attività legate allo sfruttamento del petrolio”.(Ansa)
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20.20: POSSIBILE USO PALLONE AEROSTATICO PER MONITORAGGIO CHIAZZE GREGGIO IN MARE
Un pallone aerostatico di Castalia è in viaggio verso Genova per essere eventualmente impiegato nel monitoraggio delle chiazze di greggio fuoriuscite dall’oleodotto Iplom di Busalla. L’impiego del pallone aerostatico, già testato ma mai utilizzato in Italia, sarà deciso a breve dal ministero dell’Ambiente con il supporto della Guardia Costiera. Castalia, che ha sede legale a Roma, opera da 30 anni in Italia e all’estero nel campo delle attività marittime e della salvaguardia del mare: antinquinamento, bonifiche ambientali di acque, fondali e litorali, recupero di rifiuti tossici e nocivi dal fondo marino, indagini sottomarine e monitoraggio ambientale, educazione e sensibilizzazione ambientale, tutela della flora e fauna marina, ricerca e sviluppo nuove tecnologie e sistemi antinquinamento. L’aerostato è equipaggiato con quattro telecamere di cui una a infrarossi. Può operare a un’altezza massima di circa 100 metri e lavorare anche con vento sostenuto. Si tratta di uno dei migliori equipaggiamenti per i rilievi di sversamento ambientale. (Kronos)
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19 APRILE 2016
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AGGIORNAMENTO DELLE 19.30
La Lipu, annuncia il suo presidente, si costituirà parte civile nel procedimento nei confronti dei responsabili dello sversamento di greggio dall’oleodotto Iplom nel torrente Polcevera. “Il disastro ambientale di Genova, per il quale la Lipu si costituirà parte civile, avviene in un periodo delicato per la nidificazione di tante specie animali – commenta Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – La moria di pesci sta mettendo in pericolo molti uccelli acquatici come anatre, soprattutto germani reali, gabbiani e aironi, che di pesci si nutrono, ma anche i passeriformi che vivono lungo i torrenti o in prossimità del mare”.
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AGGIORNAMENTI DELLE 18.20
Il Codacons lancia una maxi azione risarcitoria collettiva dopo la fuoriuscita di greggio in Valpolcevera. “Tutti i cittadini genovesi possono unirsi in una class action e chiedere il risarcimento per i danni prodotti all’ambiente e per l’inquinamento di suolo e acque del territorio provocato dallo sversamento – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi – In queste ore migliaia di uccelli e pesci stanno morendo a causa della contaminazione ambientale, e il petrolio fuoriuscito avrebbe raggiunto il mare presso il porto di Genova. Attraverso la nostra azione, i residenti genovesi possono costituirsi parte offesa nell’inchiesta aperta dalla Procura, e chiedere in qualità di cittadini danneggiati un indennizzo nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili della grave situazione determinatasi”. (Ansa)
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Il Wwf si costituirà parte civile nel processo che presumibilmente si aprirà per “disastro colposo” per lo sversamento di petrolio nel Polcevera così come ha fatto per il fiume Lambro dove lo scorso 4 aprile è arrivata la sentenza di condanna. Lo rende noto un comunicato dell’organizzazione ambientalista secondo la quale “si tratta, di un incidente molto simile a quello del 2010 dove furono sversate circa 2800 tonnellate di idrocarburi nel Lambro che poi le riversò direttamente nel Po”. “Purtroppo l’incidente del Polcevera dimostra la fragilità ambientale di Genova dove i corsi d’acqua sono ormai al collasso: dopo le recenti e tragiche alluvioni del Ferreggiano (2011, 2014) costretto in un alveo sempre più ridotto da un consumo di suolo fuori controllo, ora è la volta del Polcevera ora devastato dallo sversamento di 5/600 mc di idrocarburi (circa 700 tonnellate) fuoriusciti a causa della rottura di un oleodotto irresponsabilmente collocato a ridosso del fiume”, afferma il Wwf secondo il quale Genova è “una delle città dove si contano più stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti” mentre la Liguria “forse si può ritenere oggi la regione italiana più vicina all’estremo limite di saturazione urbana”.
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I danni causati dalla rottura di una tubazione della sede dello stabilimento petrolifero della 'Iplolm' a causa della quali i liquami si sono riversati nel torrente Polcevera che collega il porto di Genova con la Pianura Padana, 18 aprile 2016 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

POST ORIGINALE DELLE 14.20
Il greggio fuoriuscito domenica sera dall’oleodotto Iplom a Genova ha causato una moria di pesci e sta mettendo in pericolo molti uccelli che vivevano nei torrenti e in mare. L’allarme arriva da Daniela Filippi della Lav, che solo ieri ha soccorso e salvato 27 germani reali completamente coperti di greggio e incapaci di volare. “Tredici di loro ora stanno bene, gli altri invece sono gravi perché hanno respirato le esalazioni del petrolio”. Un germano reale coperto di petrolio è stato segnalato alla guardia zoofila Gian Luigi Termanini dai portuali del terminal Messina, nel porto di Genova, e conferma che il greggio è arrivato in mare, dentro lo scalo, fra i moli. Una moria di pesci è segnalata alla foce, dove sono affiorati cefali e altre specie di pesci che vivono in mare nei pressi del torrente Polcevera. Più a monte, nel rio Pianego e nel Fegino, vicino alla zona del guasto, gli abitanti segnalano una moria di rane. Anche per l’Enpa sono ore di duro lavoro: anatre, aironi, papere, germani e oche, sono decine gli esemplari dell’avifauna soccorsi dall’Enpa di Genova nell’area del Polcevera interessata dallo sversamento. Intervenuti nelle ore immediatamente successive al disastro, i volontari stanno attualmente presidiando la zona con una unità di intervento rapido dispiegata sul territorio alla ricerca di animali in difficoltà. L’Enpa genovese, d’intesa con i Vigili del Fuoco e con le altre autorità impegnate nella zona del Polcevera, ha inoltre attivato un numero di emergenza – lo 010.5531696 – al quale residenti e istituzioni possono inoltrare segnalazioni relative ad animali in difficoltà. E’ scesa in campo anche la Lipu: sta fornendo informazioni per prestare soccorso immediato agli uccelli vittime del petrolio. Considerato che aprile il mese della migrazione degli uccelli, i rischi per la natura derivanti dal disastro sono molto elevati. Per aiutare volontari, enti o istituzioni impegnate nel soccorso, la Lipu pubblica sul proprio sito web all’indirizzo www.lipu.it/pdf/protocollo-gestione-uccelli-vittime-disastri-petro liferi.pdf un protocollo di gestione (diffuso proprio nei giorni scorsi) con tutte le indicazioni per prestare soccorso agli animali in difficoltà. “La cosa più triste è accorgersi che i greti dei nostri torrenti, sino a sabato habitat ideale di molti uccelli e altri animali, sono all’improvviso diventati un deserto quasi senza segnali di vita animale” dicono i residenti. Alcune associazioni animaliste ed ambientalista genovesi stanno pensando di costituirsi parte civile per chiedere i danni ai responsabili del disastro ambientale che ha colpito la Valpolcevera. (foto Ansa/Luca Zennaro)