Pet food made in Italy per cani e gatti cinesi? Oggi l’ispezione dei veterinari di Pechino

Il pet food italiano piace alla Cina. Per dare l’ok alle importazioni oggi una delegazione di quattro veterinari di Pechino, ispettori dell’Aqsiq, l’autorità di sicurezza, ispezione e qualità della Repubblica popolare cinese, visita a Torino l’Istituto Zooprofilattico sperimentale per avere garanzie sulla sicurezza alimentare, in particolare sulla sindrome “mucca pazza”. La visita si sofferma sul Centro Nazionale per l’Alimentazione Animale, per poi proseguire dai produttori di pet food. L’affezione per gli animali da compagnia è cresciuta in Cina in modo esponenziale: ogni anno un incremento di 7 milioni di cani e gatti, l’equivalente dell’intero mercato italiano, e un valore di mercato del cibo per cani destinato a crescere ad tasso annuo costante del 12%. L’Italia, dal canto suo, è tra i leader mondiali nella produzione del pet food, con un fatturato annuo di 1,8 miliardi: le speranze di fare business con i cinesi poggiano su solide basi.
A fornire le garanzie scientifiche, a Torino, la direttrice di Iszto Maria Caramelli: “Facciamo controlli in tutta Italia, oltre 200 analisi all’anno su campioni sia di materie prime destinate al pet food sia di prodotti completi. Cerchiamo batteri patogeni come la salmonella e sostanze chimiche indesiderate come i metalli pesanti, le micotossine e la temuta melammina. I cinesi saranno senza dubbio rassicurati”, spiega a Anmvi@oggi. Dopo l’Izsto, i cinesi visitano due aziende piemontesi di pet food, Monge e Morando. Le due imprese, Monge di Monasterolo di Savigliano, la più grande di questi tipo in Italia, e la Morando di Andezeno, che possiede uno stabilimento anche in Puglia, a Molfetta, si trovano di fronte un’opportunità straordinaria.
Lo conferma Domenico Monge, ad dell’azienda omonima con 150 milioni di fatturato annuo e 290 lavoratori: “Si apre un mercato enorme: sono anni che lavoriamo per arrivare a questo risultato coltivando i contatti. I parametri di sicurezza cinesi sono stringenti: in Cina ci sono ancora stabilimenti misti e la delegazione vuole verificare puntualmente con i propri veterinari. La presenza dell’Istituto Zooprofilattico è determinante”. Ieri i veterinari cinesi sono stati a Roma, al ministero della Salute, per ricevere garanzie a livello nazionale e poi in un tour italiano organizzato da Assalco, l’Associazione per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia.