La Lipu contro il Comune di Roma: “No alla falconeria per scacciare gli storni, è vietato”

Allontanare gli storni con la falconeria non è una soluzione efficace. La Lipu-BirdLife Italia se la prende col Comune di Roma dopo aver “appreso con stupore” che il primo Municipio ha disposto l’allontanamento degli uccelli da piazza Sonnino, a Trastevere, dove gli animali hanno costituito un dormitorio invernale, tramite l’utilizzo di rapaci utilizzati in falconeria. Su 24zampe abbiamo già parlato qui di una soluzione simile, prospettata a Fucecchio (Fi) nei mesi scorsi per contrastare i piccioni.A Peregrin Falcon flies at the Mariscal Sucre Airport in Quito November 14, 2015. Hawks are used to control fauna to avoid bird strikes during takeoffs and landings.  REUTERS/Guillermo Granja“I disagi arrecati ai cittadini dalla presenza di un grande dormitorio di storni in una zona così densamente abitata – spiega Chiara Manghetti, responsabile Educazione e formazione Lipu – non saranno alleviati dalla scelta di utilizzare la falconeria per allontanare gli uccelli. Roma è infatti già popolata da predatori naturali degli storni, quali il falco pellegrino (nella foto REUTERS/Guillermo Granja) o gli stessi gabbiani che regolarmente cacciano tra i grandi gruppi di questi uccelli, spaventandoli pur senza determinarne l’allontanamento. Per questo, cioè per la sua incapacità di produrre risultati significativi, lo strumento della falconeria solitamente non viene utilizzato ovvero viene repentinamente abbandonato”.
Non solo. Secondo la Lipu l’iniziativa del primo Municipio oltre a essere inutile è anche illecita: “Lo stesso Comune di Roma – ricorda infatti la Lega protezione uccelli – vieta la falconeria al titolo VII, articolo 48, comma 4 del Regolamento comunale sulla tutela degli animali“. Mentre “l’unico metodo universalmente utilizzato, e che ha prodotto ottimi risultati – prosegue Manghetti – è il `distress call´, una tecnica basata sulla riproduzione del grido di allarme che lo stesso storno emette in caso di pericolo e che induce immediatamente gli animali ad abbandonare i dormitori, disperdendosi. Un sistema che parte proprio dal verso di allarme degli storni ma si svolge in modo articolato e coordinato in vari dormitori simultaneamente, con il doppio scopo di dividere gli storni in piccoli gruppi e spingerli in dormitori meno problematici. Un intervento che, in tanti anni, ha mitigato il problema e rappresentato un sollievo per i cittadini. Per questo ci auguriamo che il primo Municipio ci ripensi e adotti una soluzione migliore”. (Kronos)