Si allunga la lista rossa, verso l’estinzione 40 nuove specie di uccelli

Si allunga la lista di specie di uccelli a rischio. Nel mondo ce ne sono altre 40 che possono sparire e, tra queste, sei delle 11 specie di avvoltoi africani, fondamentali per l’ecosistema. L’allarme è dell’associazione Birdlife International, che ha redatto l’ultima valutazione sullo stato dei volatili mondiali per conto dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Puffins on the Farne Islands off the Northumberland, as numbers on one of Britain's most important seabird colonies may be hit by the terrible summer weather, wildlife experts have warned. PRESS ASSOCIATION Photo. Picture date: Friday July 31, 2015. Flooded burrows coast have been blamed for a serious drop in the number of fledged puffin chicks this year. See PA story ANIMALS Puffins. Photo credit should read: Owen Humphreys/PA WireNella lista rossa dello Iucn entrano come “gravemente minacciati” o comunque in pericolo, anche diversi uccelli limicoli (tipici delle zone umide), specie iconiche come la pulcinella di mare o il parrocchetto di Latham e persino l’europea tortora comune, definita “vulnerabile”. Guardando all’Europa, il ridursi dei campi in cui cibarsi sta dando problemi alla pavoncella, mente la beccaccia di mare patisce l’eccesso di pesca dei crostacei. Entrambe le specie sono ora definite “quasi a rischio” (nella foto, due pulcinelle alle isole Farne).
A preoccupare gli esperti di Birdlife sono soprattutto gli avvoltoi africani, vittime di esche avvelenate e catturati in nome della medicina tradizionale. Ma anche uccisi dai bracconieri: gli avvoltoi volano sulle carcasse degli animali, dagli elefanti ai leoni, segnalando così la presenza dei cacciatori di frodo alle autorità. Proprio il nutrirsi di carcasse rende gli avvoltoi, e la loro opera di “pulizia”, una presenza fondamentale nell’ecosistema, che evita la diffusione di malattie tra le persone. Non ci sono solo brutte notizie, però. Il gabbiano corso, uno degli uccelli marini più rari al mondo con appena mille coppie nel 1975, adesso è a “rischio minimo” grazie alla protezione delle sue colonie riproduttive nel delta del fiume Ebro e nel nordest della Spagna. Attualmente nel Mediterraneo occidentale se ne contano oltre 20mila coppie. (Ansa)