Il Tar blocca la caccia alle marmotte in Provincia di Bolzano, accolto il ricorso della Lav

AGGIORNAMENTO DEL 16 SETTEMBRE 2015: STOP DEL TAR ALLA CACCIA ALLA MARMOTTA
Stop all’uccisione delle marmotte. Il Tar di Bolzano ha accolto il ricorso Lav e sospeso il provvedimento provinciale che dall’8 settembre aveva dato mano libera ai cacciatori, allo scopo di uccidere 958 marmotte ritenute colpevoli di produrre danni all’ambiente e alle coltivazioni. Gli animali erano stati accusati di “mettere a rischio la stabilità” dei rifugi e delle stalle, dei supporti di linee a cavo e delle opere per la stabilizzazione dei pendii. “Danni – secondo la Lav – denunciati dalla Provincia senza alcun concreto supporto documentale e soprattutto senza aver verificato alcuna misura alternativa che favorisse l’allontanamento degli animali, arrivando persino ad affermare che la traslocazione delle marmotte ingenera elevato stress negli animali, per cui era meglio ammazzarli”.
“Siamo molto felici per il pronunciamento del Tar – commenta soddisfatto Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lav – grazie al quale le marmotte non corrono più alcun pericolo di essere uccise dai fucili dei cacciatori. Grazie al certosino lavoro dell’avvocato De Pascalis siamo riusciti a fermare un’azione insensata che avrebbe causato inutili sofferenze”. Per alcuni giorni i cacciatori hanno potuto sparare alle marmotte e “certamente ne avranno uccise alcune – prosegue Vitturi – quindi annunciamo fin d’ora che chiederemo conto all’Amministrazione provinciale di questa gestione della fauna selvatica più propensa allo sterminio di ogni forma di vita, che alla tutela e all’incremento del patrimonio faunistico. Il nostro ufficio legale – avverte – è al lavoro per valutare le responsabilità di ogni morte ingiustamente causata”.
POST ORIGINALE DEL 11 SETTEMBRE 2015
L’assessore provinciale all’agricoltura dell’Alto Adige, Arnold Schuler (Svp), ha firmato nei giorni scorsi un decreto riguardante l’autorizzazione dell’abbattimento di marmotte. Un’iniziativa che viene contestata dal mondo animalista. In Svizzera ed Austria la caccia alle marmotte è consentita, mentre in Italia sono classificate tra le specie protette. I danni causati dagli scavi e dai cunicoli delle marmotte rappresentano, secondo i vertici del settore agricolo provinciale, un pericolo per l’economia dell’alpeggio nonostante i contributi versati ai contadini per la loro rifusione, in quanto la carenza di manodopera e l’impossibilità di utilizzare i macchinari rendono non economica la loro cura e risistemazione.
In base a queste considerazioni e per evitare danni ingenti all’economia dell’alpeggio il decreto autorizza la caccia alle marmotte laddove siano stati registrati «danni rilevanti nei prati da sfalcio, nelle loro vicinanze, nonché presso infrastrutture a rischio». Attualmente in Alto Adige si stima che la popolazione di marmotte ammonti a circa 50mila esemplari che risiedono su un’estensione di circa 75mila ettari. Nel 2015 sono stati denunciati danni ai prati da sfalcio causati dalle marmotte, nei quali i loro scavi e cunicoli hanno danneggiato almeno il 10% della superficie complessiva, in 210 località e 429 parcelle catastali.
Dura la reazione della Lav, Lega antivivisezione: “Non possiamo più tollerare gli atteggiamenti ostruzionistici della Provincia totalmente ripiegata sulle richieste dei cacciatori, che si fa beffa delle leggi dello Stato, per questo motivo chiediamo al prefetto Margiacchi un intervento diretto per ripristinare lo Stato di diritto in Provincia di Bolzano”, dichiara Eros Torbol, responsabile a Bolzano. (Kronos)