Tra 2 e 5 orsi sul territorio della Provincia autonoma di Bolzano: “Una presenza sotto controllo”

“La presenza di orsi in Alto Adige è limitata ad un numero compreso fra i 2 e i 5 esemplari provenienti dal Trentino: il fenomeno è sotto controllo”. Queste le conclusione del direttore dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano, Andreas Agreiter, che fa il punto della situazione sulla diffusione dei plantigradi sul territorio della Provincia autonoma. Il rapporto dell’Ufficio caccia e pesca relativo all’anno in corso, rileva sino ad oggi comportamenti simili ai periodi precedenti.
Otto, infatti, gli episodi di attacchi ad animali domestici e alveari contro i nove del 2014 e i dodici dell’anno precedente. “Da ciò – spiegano Andreas Agreiter e Martin Stadler, della Forestale – si può evincere che il numero di esemplari presenti in maniera non continuativa sul territorio provinciale è compreso fra i due e i cinque”. In Alto Adige viene segnalata la presenza di maschi provenienti dal vicino Trentino (dove il numero censito è di 50 con 7 cucciolate) attraverso la Mendola, la Val d’Ultimo e la Bassa Venosta.
“Negli ultimi 10 anni – proseguono dall’Ufficio caccia e pesca – il numero di plantigradi che trascorrono parte della stagione in Alto Adige è oscillato fra i tre e i sette, mentre le femmine risultano stanziali in Trentino a causa della necessità di stare nelle immediate vicinanze dei propri cuccioli”. L’attività di monitoraggio effettuata sul territorio provinciale ha portato alla mappatura genetica degli orsi presenti tramite il ritrovamento di peli, feci o saliva, mentre il controllo degli spostamenti è possibile solamente per quegli esemplari dotati di radiocollare. «Gli orsi – sottolineato Agreiter e Stadler – si avvicinano alle zone popolate dall’uomo principalmente perchè rappresentano delle fonti di cibo facilmente accessibili. Ciò fa perdere gradualmente il loro sentimento di paura e timidezza nei confronti degli uomini, e proprio per questo motivo è fondamentale mettere al riparo dalle possibili incursioni dei plantigradi, e comunque non a ridosso delle abitazioni, i rifiuti organici. Anche gli alveari con le api, inoltre, dovrebbero essere protetti tramite recinzioni elettrificate”. (Asca)